Kvaratskhelia-Di Maria. Uno scontro di filosofie tra le ali di Napoli e Juve

Gli esterni, emblema del mercato "opposto" dei due club: giovani talenti, campioni costosi

Kvaratskhelia-Di Maria. Uno scontro di filosofie tra le ali di Napoli e Juve

Kvaratskhelia di qua, Di Maria di là. E Napoli-Juventus, domani sera al Maradona. Un georgiano che fino alla scorsa estate conoscevano soltanto gli addetti ai lavori e un argentino diventato poche settimane fa campione del mondo. Tredici anni di differenza quasi spaccati: l'azzurro è nato il 12 febbraio 2001, l'argentino il giorno di San Valentino del 1988. Più o meno lo stesso ruolo, anche se il bianconero non ha più ovviamente il passo dei bei tempi e Allegri fino a questo momento ha preferito utilizzarlo come spalla della prima punta e non da esterno puro. Quell'altro, invece, macina chilometri su e giù per la fascia sinistra, instancabile e spesso decisivo nella prima parte del campionato: 6 gol e 7 assist nei 1014' disputati in campionato, una specie di uragano che ha travolto difese dimostratesi inadatte a limitarne il talento e la forza fisica.

E se dopo la sosta mondiale Kvara non è ancora parso al top, non manca comunque chi lo ha visto in ripresa nella sfida contro la Samp garantendo fuochi d'artificio per domani. Di Maria ha invece faticato fino alla sosta, frenato da guai muscolari e forse anche dal desiderio di preservarsi per dare tutto nella corsa al titolo iridato: raggiunto quello e dato spettacolo in finale, El Fideo può adesso dedicarsi alla Juventus. Cui finora non ha regalato granché: 311' in serie A, un gol e un assist non sono bilancio degno del giocatore che la Juve ha messo sotto contratto in estate da svincolato dopo averlo a lungo corteggiato. Una cosa però è certa: se di qui in avanti Di Maria starà bene e avrà voglia di spremersi, potrebbe rivelarsi una sorta di nuovo acquisto capace di spostare gli equilibri per lo scudetto.

Il loro sarà una specie di duello nel duello, ma anche la plastica rappresentazione di quanto siano state diverse praticamente all'opposto le scelte di mercato fatte da Juventus e Napoli la scorsa estate. Perché se è vero che ultimamente i bianconeri hanno scoperto forze fresche con i vari Miretti, Fagioli, Soulé e Kean, lo è anche il fatto che ci sono arrivati per necessità. Mentre in estate si erano svenati per convincere appunto Di Maria (6 milioni netti) e Pogba (8), quest'ultimo reduce da una serie di stagioni contraddittorie al Manchester United e finora mai utilizzato a causa di un infortunio al ginocchio.

Di contro, il Napoli aveva scelto di voltare decisamente pagina: via Insigne, Koulibaly, Mertens e Fabian Ruiz, dentro Kvaratskhelia (dieci milioni di cartellino, 1,2 di ingaggio per cominciare) e tra gli altri Kim e Raspadori. Ragazzi giovani ma già di valore, con stipendi sostenibili ed enormi margini di crescita. Il tutto, affidato alle sapienti mani di Luciano Spalletti: progetto vero, sposato in tutto per tutto con scelte e decisioni consequenziali.

Quelle che sarà probabilmente costretta a fare nel prossimo futuro anche la Juventus, nel frattempo assediata dal rosso in bilancio e da una rivoluzione societaria che non ha risparmiato niente e nessuno. Domani sera si sfideranno insomma anche due approcci diversi al calcio mercato che fu: parola al campo.

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