Oggi l'Atalanta può ribaltare la Lombardia

Per la prima volta può chiudere davanti alle milanesi. Montella ritrova Montolivo

Oggi l'Atalanta può ribaltare la Lombardia

Onore al grande merito. Stasera l'Atalanta, felice per la firma di Gasperini (fino al 2020) e per l'acquisto dello stadio, può mettere un piede nella piccola grande storia del calcio italiano. Perché con un punticino può garantirsi il quinto posto e in particolare arrivare davanti a Milan e Inter che è un record assoluto stabilito l'ultima volta dalla Cremonese ma a fine anni 20, un secolo prima, altro calcio, altra epoca, altro mondo. «È una squadra modello, i miei sinceri complimenti», l'elogio pubblico di Vincenzo Montella che ha colto l'occasione per rendere omaggio a Gasperini e cancellare qualche acido commento («troppi falli») firmato la sera della sfida di San Siro. «L'Atalanta ha un grandissimo spirito, è una squadra solida», aggiunge per chiudere l'incidente diplomatico. Non solo. Dinanzi al quesito secco «Lazio e Atalanta sono più forti del Milan?» la risposta è lapidaria: «Sì, io credo nella classifica». Con queste premesse l'impresa tentata dal Milan che, secondo Montella, «vale come una finale» si presenta sempre più complicata specie se si prende come riferimento il Milan maltrattato dalla Roma domenica scorsa con 4 schiaffi sul viso. «Fisicamente il gruppo sta molto bene, deve giocare mentalmente più libero» è la sua diagnosi che fa a pugni con la realtà inquietante segnalata dallo strapotere di Dzeko e Salah, di De Rossi e Nainggolan. Sarà.

«L'occhio inganna» è la replica garbata alle critiche inevitabili ricevute dall'interessato che nell'occasione riabbraccia Riccardo Montolivo, il capitano titolare finalmente restituito al calcio dopo l'incidente subito in azzurro a Torino, contro la Spagna, collisione con Sergio Ramos, ai primi di ottobre, sette mesi e spiccioli dopo. «Ci è mancato, da 10 giorni era pronto» le ultimissime sul suo stato di forma: quando il gioco si fa duro, si fa ricorso a un discusso duro che dalle parti di Bergamo (Caravaggio, gennaio 1985) ha le radici e molti ammiratori schietti. Alle sue spalle c'è anche il recupero di Romagnoli che di questi tempi e con mezza difesa fuori uso tra squalifica (Paletta) e infortuni (Abate, Calabria) può essere una delle rare garanzie da esibire: «Sta stringendo i denti, vuole esserci» è il resoconto sul conto del difensore che ha una sofferenza al menisco con cui convivere prima del probabile intervento. Rivedremo anche Bacca in attacco dopo tre esclusioni e questa forse è l'altra novità.

Il vero nodo di questo maggio malinconico del nuovo Milan che riconquista invece un posto d'onore tra le cronache di calciomercato, è invece il futuro di Vincenzo Montella che si nega, con dribbling diabolici, a dichiarazioni nette.

«Sento la stima della società espressa sia in pubblico che in privato, non mi turba giocare per la vittoria, ahimè stiamo programmando il futuro, e dico ahimè perché dobbiamo concentrarci sul presente, non sono il tipo che tenta di arruffianarsi il pubblico dicendo non vado ad allenare qui o lì, sono un professionista, non c'è frenesia, ci siamo detti che ne parleremo dopo» è il giro di parole utilizzato da Montella per sfuggire alla presa delle domande perentorie sull'argomento. Invece al verdetto di Bergamo stasera non si può sfuggire.

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