Confusione e disorganizzazione. E un buon proposito si è trasformato in un disagio. Domenica sera poco più di 200 tifosi della Lazio non sono riusciti a entrare allo stadio Olimpico benché avessero regolarmente comprato i biglietti per la gara con la Salernitana (vinta dai biancocelesti per 3-0). Questo per un fraintendimento fra la società e i tifosi: da inizio anno, per le partite casalinghe, la Lazio mette a disposizione dei tifosi non vaccinati la possibilità di fare i tamponi gratuitamente all'ingresso dello stadio. Un'iniziativa che va incontro a chi (per qualsiasi motivo) ha deciso di non ricorrere al vaccino da parte di un club che comunque già mesi fa ha invece vaccinato tutti i propri giocatori. Eppure l'iniziativa ha avuto sviluppi negativi: in occasione di Lazio-Inter diversi tifosi non hanno ricevuto in tempo il green pass, motivo per il quale la Evojob, la società alla quale si è rivolta la società biancoceleste per i tamponi, ha preteso che, per le gare successive, i tamponi venissero effettuati entro due ore dall'inizio della partita. Nelle gare successive (Marsiglia e Fiorentina) però la Lazio, che non aveva ancora firmato il contratto con la Evojob, ha venduto i biglietti assicurando la possibilità di tamponarsi allo stadio. I comunicati però, non approvati dalla Evojob, sono stati cancellati dal sito, senza informare i tifosi del cambio di programma.
Contro la Salernitana l'ultimo fraintendimento: a due ore dal fischio d'inizio della partita la Evojob ha smesso di effettuare i tamponi e oltre 200 tifosi laziali, che ancora non lo avevano fatto (non sapendo della scadenza), si sono trovati con il biglietto in mano ma senza green pass. Restando così fuori dallo stadio. E un buon proposito si è trasformato in un disagio. Per confusione e disorganizzazione.
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