Giornata numero 17 di campionato e la serie A riparte senza quattro squadre. Tranquilli, non siamo ancora all'auspicata riduzione della massima categoria a 18 squadre che il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio intende votare entro il prossimo giugno, ma ai tanti assenti a causa di infortuni che li terranno lontani dai campi di gioco per settimane se non addirittura mesi.
Infatti sono ben 67 gli atleti che continueranno le vacanze natalizie standosene in tribuna, mentre altri 17 voleranno in Africa o Asia per la coppa del loro continente. E le conseguenze maggiori le subirà la Roma, senza Gervinho e Keita, l'Inter priva di Nagatomo e il Milan che dovrà fare a meno di Honda, elemento insostituibile per il modulo imposto da Inzaghi. Ma almeno questi giocheranno, mentre i degenti di lungo o medio corso di casa nostra potranno anche starsene al caldo, in pantofole davanti alla tv.
Quasi settanta giocatori assenti (la metà per problemi muscolari) è un dato perfettamente in linea con le statistiche Uefa sugli ultimi 10 anni del football made in Europa, visto che su rose di 25/30 elementi prevede un 12 per cento di calciatori costantemente ai box per le riparazioni del caso. E la nostra bistrattata serie A appare quasi un'oasi di buona salute rispetto al centinaio come numero costante di Inghilterra e ai 120 della Germania, perfettamente comprensibile a causa dei tornei che non si fermano quasi mai, giocati a ritmi ben più elevati del nostro e per questo anche maggiormente usuranti. Infatti la media in Germania è di 6/7 giocatori per squadra infortunati, mentre in Inghilterra, dove si gioca anche a Natale e Capodanno, è di poco inferiore. Con un'eccezione, però, perchè l'unica squadra inglese senza infortunati è il Chelsea capolista di Josè Mourinho, una vecchia conoscenza di casa nostra che già ai tempi del Triplete aveva a disposizione un'Inter di iron men. Per lo Special One stare bene fisicamente aiuta a vincere, stessa filosofia attuata da Antonio Conte nel suo esaltante triennio alla guida della Juventus. Perchè sono proprio gli allenatori e il loro staff tecnico, gli uni con le scelte, gli altri con gli allenamenti, a confezionare una squadra di ferro che se ne fa un baffo degli eventuali e occasionali infortuni.
Nella nostra serie A la mosca bianca è proprio l'Inter di Roberto Mancini, uno che di stress agonistici se ne intende: nessun infortunato e contro la Juve domani (ma come si fa a giocare alle 21 in gennaio? Gelo e campi duri mettono a rischio i muscoli) si troverà invece i bianconeri che dovranno fare a meno di Asamoah, Barzagli e Romulo.
Poca roba, direte voi, perchè la rosa bianconera è talmente attrezzata che queste assenze passano inosservate. A differenza degli inseguitori perchè ben pochi hanno avuto una stagione travagliata come l'attuale Roma che per ogni partita ha sempre dovuto rinunciare fino a 9/10 giocatori. Uno stillicidio di infortuni ai quali Garcia ha risposto con la saldezza e la determinazione del gruppo e sarà proprio da verificare come usciranno i giallorossi dal Friuli con l'Udinese del grande vecchio Totò Di Natale (bella sfida con l'altro Matusa Totti) quasi al completo: manca solo Muriel che è in procinto di trasferirsi alla Sampdoria.
Sempre in emergenza la difesa del Milan: persi Mexes e Bonera dopo il poker al Real, rientrano Abate, De Sciglio e Rami in condizioni però approssimative e senza avere nelle gambe i novanta minuti. Un altro grande assente è Pepito Rossi che rientrerà tra 3 mesi, proprio come l'astro nascente Bernardeschi.
In ambasce anche Lazio, Napoli (pesante l'assenza di Insigne) e il Parma che aspetta il miracolo dal cuore matto di Biabany. E la Champions, direte voi? La percentuale di infortuni è del 29 per cento, seguito dal 27% dalle nazionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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