Nessuna scusa. Anche perché, dopo la lezione subita dallo Stoccarda, sarebbe stata fuori luogo. Thiago Motta ha così ammesso di avere sbagliato lui per primo, invitando però i suoi giocatori a digerire in fretta il primo ko stagionale per mettere la testa sulla sfida di domenica contro l'Inter: «Per competere ai livelli più alti della Champions dobbiamo migliorare tutti e anche tanto», le sue parole. In un'atmosfera cupa ma ovviamente non in modo irrimediabile, visto che siamo ancora a ottobre e considerato anche che la nuova formula della Champions permette di ovviare a qualche scivolone.
È però un fatto che la Juve si sia un po' inceppata e che qualche segnale si fosse intravisto anche contro la Lazio, battuta solo nel finale grazie a un autogol. Il gol, ecco. Che non è un orpello, volendo vincere le partite, e che da queste parti non arriva con la regolarità auspicata: se non ci pensa Vlahovic al momento senza un valido sostituto, essendo Milik infortunato cala la notte o quasi. Mancano insomma le reti di centrocampisti e difensori, i numeri lo confermano: tra campionato e Champions il serbo ha infatti segnato 7 gol, dietro di lui Conceicao (2) e poi sette giocatori con un gol a testa. Troppo poco, anche tenuto conto che tra questi ultimi ci sono Yildiz e l'attualmente infortunato Nico Gonzalez: due che, sulla carta, avrebbero già dovuto timbrare più volte il cartellino.
Risultato: la Juve che vorrebbe sposare la linea del calcio offensivo si sta scoprendo spuntata, penalizzata anche dal ko di Koopmeiners (nessuna rete per lui) e dalle lune di Douglas Luiz. Urge comunque trovare qualche rimedio, perché disporre dell'ottavo attacco della serie A con il dodicesimo posto per tiri tentati (86) non può non destare qualche preoccupazione.
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