Vince l'Inter, con merito pieno, ben oltre lo striminzito 1-0 firmato Thuram, quasi al tramonto della sfida. Inzaghi resta in testa alla classifica, Mourinho scivola ancora più in giù. Si difende e basta. Sceglie uno strapuntino in tribuna stampa, facile la battuta: il pullman ha preferito lasciarlo davanti a Rui Patricio, dove lui squalificato non poteva evidentemente stare.
Un gol in avvio e sarebbe stata un'altra partita, perché forse la Roma avrebbe provato a giocare. Certe cose vanno dette, sennò siamo sempre solo a criticare come giocano Allegri e la sua Juventus. L'Inter al gol in avvio ci va vicino almeno 3 volte nei primi 16 minuti. Prima la traversa dice no a Calhanoglu, poi Thuram è rimpallato in angolo a un passo dalla porta e infine è Rui Patricio, col piede, a respingere un colpo di testa a botta sicura, ancora del francese, ancora una volta protagonista di un'enorme partita (sotto gli occhi di papà in tribuna).
Dopo più di 80 minuti, è quindi giusto che sia proprio Thuram a sfondare l'anti-calcio di Mourinho: ennesimo affondo di Dimarco a sinistra, palla bassa e rasoterra su cui si avventa Thuram. Distratto e colpevole Llorente. È il gol della vittoria. «Ho cancellato Lukaku nel cuore degli interisti? Non mi interessano queste cose. Contava solo vincere», dirà il figlio d'arte.
L'Inter attacca dall'inizio alla fine, ma sempre ragionando e con la forza dei forti. Il suo non è un assalto, guai a scoprirsi con Lukaku di fronte, chi può saperlo meglio di Inzaghi, così la Roma non riesce mai nemmeno a ripartire. Lo fa solo un paio di volte a metà della ripresa, la seconda soprattutto è molto più che pericolosa. Solo un gran tuffo di Sommer impedisce che il terzo tempo di Cristante su Bastoni diventi la beffa della serata.
Niente LuLa a San Siro, nel senso che nella prima serata fredda dell'autunno milanese, non si vede Lukaku, ma non brilla nemmeno Lautaro: vince l'Inter, ma vince con Thuram non con la ThuLa. Su Big Rom gioca più Acerbi di Bastoni, ma il belga tocca così pochi palloni che anche fischiarlo diventa difficile, così lo stadio passa direttamente agl'insulti. Bella solo la sponda per El Shaarawy, poi atterrato da Bastoni al limite dell'area (è il primo guizzo del secondo tempo giallorosso), ma la tanto attesa rentrée milanese è davvero tutta lì. Assolto per insufficienza di prove o di palloni, arrivederci a Roma. È la Roma da bocciare, pur con la conosciuta attenuante cronica dei suoi tanti assenti importanti.
Inzaghi toglie Pavard a metà partita e poi Calha a metà ripresa (con Mkhitaryan) perché ammoniti, ma stavolta dalla panchina di Inzaghi non nascono gol, ma solo una seconda traversa, centrata da Carlos Augusto, a pochi secondi dalla fine.
Perché anche in svantaggio, Mourinho ha continuato a difendersi per poi lamentarsi e attaccare a parole: «A S. Siro senza mezza squadra con un regalo della Serie A che ci fa giocare di domenica e non lunedì. Meritavamo di più. L'atteggiamento poco rispettoso di Maresca dice tutto».
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