Ospite de "I lunatici", su Radio 2, l'ex allenatore della Juventus e c.t. azzurro Marcello Lippi ha parlato a ruota libera di calcio ripercorrendo la sua lunga carriera, che lo ha portato a vincere tutto ciò che si poteva vincere, compreso l'indimenticabile Mondiale del 2006. Inevitabile, per il tecnico viareggino, parlare di Champions League, il trofeo da lui conquistato nel 1996 che da allora è diventato una maledizione per la Vecchia Signora "Fu la prima grande soddisfazione internazionale. L'anno prima vincemmo campionato e Coppa Italia, poi trionfammo in Coppa dei Campioni e l'anno dopo alzammo la coppa Intercontinentale. Per vincere la Coppa dei Campioni ci vogliono dei grandi giocatori e poi serve un grande senso di appartenenza, la voglia di sacrificarsi l'uno per l'altro. Quei ragazzi lo fecero, e infatti salirono sul tetto del mondo", ricorda Lippi.
"Juve-Ajax? Con Chiellini finiva diversamente"
Che poi si lancia in un ardito parallelismo tra Giorgio Chiellini e Cristiano Ronaldo per quanto riguarda la loro importanza per la squadra allenata da Max Allegri. "Cosa è mancato alla Juve per vincere quest'anno? La fortuna di avere a disposizione i giocatori importanti nel momento decisivo. Chiellini, ad esempio, per la Juve è importante quasi come Ronaldo e con l'Ajax non c'era". Lippi ha vinto la Champions 1996, ma ha perso in finale quelle del 1997 e del 1998, oltre all'edizione 2003. "La partita con il Milan è quella che vorrei rigiocare più di tutte: mi ha lasciato l'amaro in bocca".
Delusione compensata dalla sfilza di campioni che ha avuto l'onere e l'onore di allenare. "Non si offenderà nessuno se metto al primo posto Zinedine Zidane. Tra i difensori? Non mi piace fare queste classifiche, il più forte in assoluto che ho allenato è Zidane, anche se ce ne sono tantissimi, da Del Piero a Nedved. Anche di difensori forti ne ho avuti tantissimi. Da Nesta a Cannavaro, da Montero a Ferrara, solo per fare alcuni nomi".
"L'Italia di Mancini mi piace. In Cina..."
E la "giovine Italia" di Roberto Mancini? "Ci sono tanti giovani bravi e lui ha avuto il coraggio di chiamarli in qualche caso anche prima che esordissero in Serie A. Ha scelto i giovani più bravi, questa Nazionale mi piace, ci sono tanti ragazzi interessanti", commenta Lippi, che negli ultimi anni è emigrato in Cina con il fido scudiero Narciso Pezzotti per allenare prima il Guangzhou Evergrande e poi la Nazionale cinese. "Come si vive là? Molto bene. Per mettersi al passo con i tempi dal punto di vista calcistico c'è ancora da lavorare, lì non c'è tradizione, giocano tutti a ping pong, non vedi mai un bambino giocare a calcio. Fortunatamente adesso stanno iniziando a creare settori giovanili, a giocare a calcio nelle scuole. Stanno dando vita a diversi miglioramenti".
"Allegri ha una grande qualità: vince sempre"
Anche se sarà difficile, per usare un eufemismo, raggiungere i livelli della sua Italia che trionfò clamorosamente ai Mondiali di Germania 2006. "Di quella Coppa del Mondo è stato raccontato tutto, vincere con la maglia dell'Italia, salire sul tetto del mondo, ti dà una gioia che non ha pari. Su quell'esperienza non c'è più niente da raccontare". Tornando all'attualità, ci sono degli allenatori che reputa in grado di ripercorrere le sue orme? "Chi vince ha sempre una grande qualità, vincere non è mai facile. E mi riferisco ad Allegri. Molti lo criticano dicendo che le sue squadre non giocano bene, ma le sue squadre giocano per vincere e vincono sempre. Ancelotti è molto bravo, ha vinto in diverse nazioni.
Anche Spalletti è molto bravo. Tra i giovani mi piace De Zerbi, fa giocare molto bene le sue squadre. Certo, più i giocatori sono importanti e forti, più è difficile creare certi automatismi", conclude Lippi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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