Prima di pensare a sfilare sotto il cielo di Rio sarebbe meglio giocare senza usare il piumino in difesa come nei 20' dell'esordio (32-27 contro i modesti tunisini poi tenuti a 2 punti nel terzo quarto). L'Italia che considerava la Tunisia come un primo sorso di birra lo ha trovato un po' rancido, anche vincendo nettamente (54-29 dopo 30', 68-41 alla fine), perché nei primi 20' (32-27) abbiamo visto il braccino, le faccine da soldatini ipocriti. Meglio darsi una regolata prima che il gioco diventi veramente duro e stasera contro la Croazia capiremo se davvero questa è un'Italia per viaggi olimpici.
Una cosa che farebbe bene anche al basket nazionale che oggi a Torino riunisce quello che resta della Lega con minacce di esclusione dal campionato per Reggio Emilia, due volte finalista scudetto, Trento, la rivelazione, Sassari scudetto dell'anno scorso, Cantù una delle più titolate in Europa.
Il presidente Petrucci è troppo concentrato sulla Nazionale per accettare qualsiasi dialogo coi ribelli: "Ci sono le regole e chi è fuori dalla Fiba è anche fuori dalla FIP". Adesso è giusto stare con Azzurra che qui a Torino ha scatenato davvero un genuino entusiasmo, anche se per l'Italia di ieri è stato difficile convincere tutti che non fosse soltanto una passeggiata di salute quella contro i tunisini dove si è visto anche il Belinelli mascherato schierato subito in quintetto (11 punti in 16').
Meglio cambiare armatura ed atteggiamento stasera quando ci sarà il primo contatto con la Croazia dell'Aza Petrovic che nel 1984, olimpiadi di Los Angeles, litigò con Dino Meneghin. Ora i due hanno fatto strade diverse e quasi si sorridono, ma è giusto temerlo il fratello del grande Drazen, perché in panchina sa come stuzzicarci: "Voi italiani siete davvero i favoriti, ma quando i giochi si faranno sui nervi vedremo".
Certo e la sua Croazia, anche con qualche assenza importante, va temuta almeno come la Grecia che ieri, nell'altro girone, ha strapazzato (78-53) l'Iran del tedesco Bauermann. Adesso è meglio pensare al secondo piatto del preolimpico, il meno digeribile anche se dovessimo vincere perché le sfide che contano sono quelle di venerdì e sabato visto che da Torino una sola se ne andrà con il passaporto per Rio.
L'uomo da temere è Bojan Bogdanovic che gioca a Brooklyn dove ha visto le pene del
Bargnani che ieri ha segnato abbastanza (15 punti), ma convinto poco come Gallinari(6) e Datome (addirittura 0). Pensare soltanto all'uomo dei Nets sarebbe però da ingenui: Simon, Stipcevic, Hezonia, Ukic e Arapovic fanno paura.
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