L'orgoglio di bronzo dell'infinita Bebe. "Bellissimo lo stesso"

La Vio scherza: "C'è la gara a squadre, incrociate le dita per me, io non posso..."

L'orgoglio di bronzo dell'infinita Bebe. "Bellissimo lo stesso"
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La forza di Bebe Vio Grandis. Stavolta non ha vinto la gara individuale di fioretto come a Rio 2016 e a Tokyo 2020, ma la star del mondo paralimpico ha confermato di essere una campionessa. Arrivata a Parigi come l'atleta da battere, lei che è iridata in carica dopo il titolo vinto a Terni nell'ottobre scorso, la ragazza veneta voleva salire per la terza volta sul gradino più alto del podio, ma si è dovuta accontentare di un bronzo. Sconfitta in semifinale dalla cinese Kang, è riuscita però a ritrovarsi, a riordinare le idee e rifarsi nei turni di ripescaggio finendo per dominare la finale per il terzo posto contro la coreana Cho. «È il mio primo bronzo individuale - dice Bebe seguita in tribuna anche da Jovanotti e la moglie -. Non era l'oro che si aspettavano tutti, ma io sono felicissima. Non è tutto regalato, è bellissimo. Sarebbe andata peggio senza le persone che ho attorno. Ma c'è ancora la gara a squadre. Incrociate le dita per me perché io non posso», conclude scherzando. È andata meglio a Matteo Betti, d'argento contro il cinese Sun.

Non smette di esaltarsi l'Italia del nuoto in corsia. Arrivano infatti altri due titoli paralimpici dalla Défense Arena. È straordinario Alberto Amodeo, campione nei 400 stile libero. «Non ho ancora ben realizzato, ma vedere questa gente che gioisce insieme a te è fantastico», dichiara il ragazzo di Abbiategrasso che non ha lasciato la passione per l'acqua neanche quando perse una gamba dopo una caduta da una ruspa. Nella stessa gara al femminile, la palermitana Xenia Palazzo è di bronzo. L'altro trionfo in vasca lo porta a casa una scatenata Monica Boggioni, oro nei 50 rana con tanto di record paralimpico ed europeo: per la nuotatrice di Pavia è il primo successo a Parigi 2024. Chiude una fantastica Giulia Terzi, che nei 100 stile si mette al collo il secondo bronzo.

Lo sport non ha età. Ne sa qualcosa il pavese Fabrizio Cornegliani, che a 55 anni realizza il sogno di una vita andandosi a prendere il titolo paralimpico nella crono di ciclismo su strada. «È una vita che inseguo questo obiettivo, sono uno sportivo da sempre, da che ho memoria corro contro il tempo. A Parigi mi sono tolto quella maledizione dell'argento». Proprio l'argento è il metallo conquistato dal portabandiera della cerimonia di apertura, il ciclista Luca Mazzone, già d'oro a Rio 2016. «Una medaglia a questa età è tanta roba, ai ragazzi dico: alzatevi dal divano e credeteci», esulta il 53enne pugliese di Terlizzi. Festeggia anche il deb valtellinese Martino Pini, bronzo nella crono così come Davide Franceschetti, ma nella pistola 50 metri del tiro a segno.

Problemi al villaggio per l'iraniano Mehrzad: il secondo uomo più alto del pianeta (246 centimetri) di notte è costretto a dormire sul pavimento perché non c'è un letto su misura. «A Tokyo c'era, ma a Parigi no» rivela il suo allenatore. Bronzo per il pongista Federico Falco, che rimonta due set ma poi perde con il cubano Fernandez.

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