"Marco non era solo la notte che è morto, con lui c'erano due escort". Lo assicura la madre di Marco Pantani, Tonina Belletti, che ne ha parlato ai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Rimini.
Mentre la Procura riminese indaga ancora sulla morte del Pirata emergono nuove rivelazioni che potrebbero capovolgere la narrazione di quanto avvenuto la tragica notte del 14 febbraio 2004 nel residence Le Rose.
Tonina Pantani, la madre del campione di Cesenatico, accompagnata dall’avvocato Florenzo Alessi è stata ascoltata dai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo. Come riportano i quotidiani locali ha depositato una nuova memoria e fornito nuovi elementi (su cui vige il massimo riserbo) che potrebbero essere utili alle indagini. La richiesta fatta agli inquirenti potrebbe cambiare totalmente il quadro probatorio: rintracciare due escort che erano entrate nella stanza del residence le Rose poche ore prima il decesso del ciclista.
Tuttavia non è la prima volta che si parla delle due ragazze da rintracciare. Di queste due figure si incominciò a parlare anni fa. La trasmissione Le Iene mandò in onda il racconto di un autista che aveva spiegato di aver accompagnato due escort al residence Le Rose, che sarebbero poi salite in camera di Pantani per poi fare ritorno poco dopo, dopo aver prelevato un maglione e un marsupio. Una pista investigativa fino a questo momento inspiegabilmente ignorata dalla magistratura ma che ora potrebbe diventare di primaria importanza.
La nuova inchiesta
La Procura di Rimini ha già archiviato due indagini, l’ultima nel 2015, arrivando sempre alla stessa conclusione e cioè che il campione di ciclismo morì per una overdose di farmaci e droga.
L’inchiesta attuale prende spunto da un'audizione di Fabio Miradossa, il pusher di Marco Pantani, alla commissione parlamentare antimafia andata in scena il 7 gennaio del 2020. In quell’occasione Miradossa, che nel 2005 patteggiò una pena per spaccio (fu lui a cedere ultima dose a Pantani) disse:"Marco è stato ucciso, l’ho conosciuto 5-6 mesi prima che morisse e di certo non mi è sembrata una persona che si voleva uccidere. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si erera dopato".
Il 5 giugno 1999 il campione era stato sospeso dal Giro d'Italia per un valore di ematocrito nel sangue superiore alla soglia consentita.
Il Pirata si è sempre dichiarato innocente. Per quella vicenda era stata tirata in ballo anche la camorra. Tutte ipotesi, che qualora fossero confermate, cambierebbero del tutto la trama di questo tragico film.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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