Tutto Maldini, Milan per Milan, da Berlusconi a Pioli. Intervistato al festival dello sport di Trento, il capo dell'area tecnica del Milan ha messo in fila tutti gli argomenti di maggiore attualità. A cominciare da quelli di natura economico-finanziaria («Mai andare oltre i propri limiti»), senza nascondere la realtà del calcio italiano («di questi tempi non ci sono più calciatori incedibili»). Ma il Milan ha saputo resistere durante l'estate scorsa: «A un dirigente che annunciava il viaggio a Milano abbiamo risposto: non vi presentate neanche!» E il riferimento è a Leao, forse anche a Theo Hernandez. Su Pioli: «Ha una carica contagiosa, leader nato. Con lui condivido e litigo, è anche un sanguigno». Su CDK: «Abbiamo pochissimi dubbi sul suo talento». Su Maignan: «È un portiere moderno, pignolo, ambizioso: un acquisto azzeccato». Su Ibra: «Soffre d'ansia all'idea di smettere, gli abbiamo detto di considerarsi da gennaio in poi ancora un calciatore». Su Paul Singer del fondo Elliott: «Ha visto solo due partite del Milan e mi ha detto una frase chiave: Avete la fortuna di fare un lavoro che riesce a dare felicità alla gente. In effetti è così». Il tutto condito da un paio di aneddoti su Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Sul presidente: «Ultimamente mi ha chiamato per consigliarmi l'acquisto di un calciatore di cui non farò il nome. So che chiama spesso anche Pioli per dirgli di evitare l'inizio dell'azione con passaggi da dietro. Quando ha visto il lancio di Maignan di 80 metri con gol successivo di Leao è impazzito. È ancora un tifoso del Milan».
Sull'attuale ad del Monza: «In passato con lui ho avuto qualche screzio, ora è fantastico il rapporto. Dobbiamo tanto a lui. Quando l'arbitro Serra tolse il gol di Messias con lo Spezia, Galliani se lo ritrovò in serie B a dirigere il Monza e gli chiese: Ma come ha fatto a togliere quel gol al Milan?».
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