"Mamma e papà sciatori doc... io non amo il freddo". Intervista a Elisa Longo Borghini

Oggi dovrà vestirsi da donna sprint, poi fra 7 giorni la «sua» gara in linea

"Mamma e papà sciatori doc... io non amo il freddo". Intervista a Elisa Longo Borghini
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Montagnina, lacustre, piemontese, colta, sponda del Lago Maggiore, figlia di sportivi veri, sciatrice di fondo mancata, mica quello divertente e veloce delle Brignone e Goggia, quello faticoso e lento.

Elisa Longo Borghini oggi dovrà vestirsi da donna razzo anche se non è completamente il suo ambiente e fare il missile del ciclismo perché lo vuole, perché ci tiene, ma la sua gara vera sarà la prova in linea fra una settimana.

Intanto però a Parigi ci è arrivata con la maglia rosa indosso: vincitrice dell'ultimo Giro d'Italia sedici anni dopo il successo firmato da una nostra grande ciclista, Fabiana Luperini.

Dal giro ai Giochi.

«Felice. E ancor più di aver affiancato nell'albo una grande come Fabiana. È un onore».

Ha vinto la crono alla prima tappa, ha indossato il rosa e poi se l'è tenuto stretto fino alla fine. Se vogliamo essere romantici, un segnale: oggi la crono, fra una settimana la prova in linea: chissà mai...

«Se vogliamo essere romantici e ci piace la letteratura allora sì, possiamo sperarlo, ma le ricordo che solitamente gli eroi romantici muoiono sempre. Preferisco il realismo: la crono è una corsa in cui cercherò di dare il massimo perché ci ho investito molto, ma se dovessi fare la gara della vita, potrei arrivare 5ª».

Va bene, piedi cementati: nella squadra olimpica del ciclismo, parlano i numeri, siete più donne che uomini. E anche nei risultati, meglio voi.

«È vero, i ragazzi stanno faticando ma credo che pian piano arriveranno. E poi se voi giornalisti la smetteste di mazzolarli...».

Li protegge?

«Rimango sempre male quando sento paragoni fra noi e loro, perché mi immedesimo, non è bello sentirsi dire siete in crisi, andate piano. Però è vero, noi abbiamo portato a casa grandi medaglie e risultati e, vedrete, ci difenderemo anche qui».

Atletica e nuoto sono sport dove la parità uomo-donna nella prestazione agonistica e nell'interesse del pubblico è stata raggiunta da tempo. Nel ciclismo comincia adesso grazie a voi.

«In effetti media e tv stanno facendo tanto per portare a colmare questo gap di genere, e noi ci mettiamo del nostro».

Ha detto che le è piaciuto il finale thrilling del Giro. La prova in linea della settimana prossima come sarà?

«Sarà un thriller, sì. Sarà una gara molto aperta perché non è un percorso super duro, per cui dà la possibilità a molte ragazze di trovare l'occasione, per cui sarà una gara molto combattuta. E poi tutte vogliono battere Lorena Wiebes».

Famiglia sportiva, la sua.

«Mio padre Nando ex tecnico nazionale del fondo, mamma Guidina ex fondista con tre partecipazioni olimpiche, mio fratello Paolo ex ciclista professionista».

Scusi, ma allora perché il ciclismo?

«Perché mio fratello si ribellò al freddo. Sport estivo. Punto. E io l'ho seguito».

Per la crono piedi per terra, per quella del suo conterraneo Ganna?

«Penso che Filippo

abbia fatto una ottima preparazione per la cronometro, ora bisognerà capire come Remco Evenepoel avrà recuperato dal Tour de France, perché sarà uno dei suoi rivali principali. Io do Filippo per favorito ma sono di parte».

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