Sul caso Koulibaly adesso prende la parola anche Diego Armando Maradona. L’ex Pibe de Oro, simbolo assoluto del futbol a Napoli, ha dedicato un post all’episodio del Meazza in cui prende le parti del difensore senegalese della squadra di Ancelotti e denuncia di conoscere bene il razzismo proprio perché ha giocato per sette lunghi anni con addosso la maglia azzurra.
Sui social, ostentando con orgoglio la casacca numero 26 indossata dal colosso d’ebano della difesa partenopea, Maradona scrive: “Ho giocato sette anni con il Napoli e anch’io ho subito cori razzisti da alcune tifoserie. Ricordo ancora gli striscioni che recitavano ‘Benvenuti in Italia’”. Perciò conclude: “Mi sento ancora più napoletano e oggi voglio essere vicino a Kalidou Koulibaly. Spero che questo episodio segni un punto di svolta, per eliminare una volta per tutte il razzismo dal calcio”.
Intanto, sui fatti accaduti dentro allo stadio Meazza, interviene anche l’associazione degli steward italiani. In una nota il presidente dell’Andes Ferruccio Taroni chiede multe salate ai razzisti delle gradinate e l’istituzione di un fondo grazie al quale finanziare attività tese a estirpare il fenomeno. “Chi intona cori razzisti può essere individuato con le telecamere e quindi multato. E con quei soldi si potrebbe finanziare un fondo per l’integrazione. In più le due squadre in campo, in casi come questi, dovrebbero interrompere il gioco anche per un lungo intervallo di tempo, in modo da far riflettere gli autori di questi scellerati gesti”.
E quindi: “Con quei soldi si potrebbero finanziare progetti per favorire l’integrazione, rivolti magari ai più giovani. In più, nel caso di cori razzisti, le due squadre in campo potrebbero fermarsi dal gioco anche per un intervallo di tempo lungo, in modo magari di far riflettere chi si è reso responsabile di tali scellerati gesti”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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