Mazzarri: "Io troppo signore all'Inter. Volevo Lamela ma costava troppo"

Mazzarri si sta prendendo la sua piccola rivincita al Watford, in Premier League. L'ex tecnico del Napoli è tornato a parlare della sua esperienza all'Inter

Mazzarri: "Io troppo signore all'Inter. Volevo Lamela ma costava troppo"

Walter Mazzarri, dopo un periodo buio in Italia, si sta prendendo la sua rivincita in Inghilterra sulla panchina del Watford. Il club inglese occupa l'ottavo posto in classifica a quota 18 punti, a meno uno dal Manchester United di José Mourinho. Il tecnico di San Vincenzo, ai microfoni di Tiki Taka, ha parlato della sua esperienza in Inghilterra ed ha ricordato il suo trascorso non troppo felice all'Inter: "Qui c’è un ambiente e un’atmosfera negli stadi che bisogna viverli per capire. E’ sempre una festa, ogni partita è un evento, tutti tifano per la propria squadra, mai contro. Gli stadi sono sempre pieni, è come fare sempre una partita internazionale ogni week end. La vittoria contro Ranieri? Abbiamo fatto una bella partita ma a vedere il Leciester da vicino si capisce perché ha vinto l’anno scorso. Probabilmente non hanno l’esperienza giusta per fare due competizioni. Quest’anno stanno facendo benissimo in Champions e meno in Premier ma sono molto forti. L’obiettivo del Watford? Quando ho firmato il triennale il presidente mi ha detto che bisognava consolidarsi nella categoria e poi crescere negli anni successivo. Chiaramente io non mi accontento e voglio sempre il massimo. Per quest’anno vogliamo salvarci tranquillamente e poi puntare più in alto nelle prossime stagioni. Ma con calma perché il progetto è appena cominciato. Cosa non è funzionato all'Inter? Volevo Lamela all'Inter, ma costava troppo e mi hanno detto che dovevo fare un mercato minore. Qualche giocatore che volevo e non è arrivato? Ce ne sarebbero stati tanti ma non li posso dire. Kolarov, Luiz Gustavo per esempio, non si poté riscattare Rolando che era stato uno dei migliori".

Mazzarri non si è voluto sbilanciare troppo sulle colpe della dirigenza dell'Inter e ha dichiarato di non soffrire la mancanza dell'Italia: "Cos'è successo in società nel mio periodo nerazzurro? Ho un’idea ma è meglio che non la esprima completamente. Nel mio primo anno c’è stato un cambio societario non normale e lì c’è stato tanto da fare perché la nuova società non ha sempre protetto le scelte dell’allenatore. Tante cose non potevo dirle apertamente perché dovevo proteggere il lavoro della società e forse con la stampa si sono creati degli equivoci. Ma questo è un discorso profondo che preferirei non toccare più. In generale però mi piacerebbe che si stesse più attenti alla valutazione della rosa che si ogni allenatore ha a disposizione. Non è che se si gioca con la maglia nerazzurra bisogna vincere per forza, non è un’equazione sempre esatta. Poi col tempo si è capita questa cosa.

Tornare in Italia? In questo momento sto bene qui, anche perché se avessi voluto sarei potuto restare in Italia ma ad oggi sono molto contento di questa esperienza. Veder crescere questa squadra in un ambiente diverso mi dà molti stimoli".

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