«Mi assumo la responsabilità, quando si perde è giusto che le colpe siano dell'allenatore». Pippo Inzaghi è lapidario, ma anche deluso e amareggiato per la sconfitta, la prima dopo Natale dal 1997. «Nei primi 15-20 minuti paradossalmente sembrava una gara semplice, potevamo fare il secondo gol con El Shaarawy e se fossimo andati sul 2-0 la gara sarebbe cambiata», afferma il tecnico rossonero. «Poi, però, non siamo stati il Milan dell'ultimo periodo, dobbiamo prenderci le nostre colpe perché se sei in casa e vai vicino al 2-0, poi non puoi perdere».
È iperteso Superpippo e non fa niente per nasconderlo: «Questa squadra è così, è in fase di rinnovamento, passa da questi alti e bassi e non dovrebbe succedere. Adesso, però, dobbiamo ripartire, fra tre giorni si gioca, dobbiamo analizzare cosa non è andato bene». Giustifica Menez, un fantasma in campo: «All'inizio siamo stati tutti bravi, poi è andata diversamente, ma non è colpa di un singolo. Abbiamo battuto 8 calci d'angolo, loro uno e hanno fatto gol e proprio qui dobbiamo migliorare. Quando si perde in casa non ci si può attaccare a un giocatore. Peccato perché avevo visto bene la squadra, si erano allenati nel modo giusto, ma in queste partite dopo la sosta nascono sempre delle insidie».
E sui fischi dei tifosi: «È giusto che ci siano stati, così come gli applausi contro il Napoli, ma una partita non può pregiudicare tutto. È facile preparare le gare con Napoli e Roma.
Quanto a Cerci, veniva da un periodo di inattività e aveva qualche problemino all'adduttore, ha avuto un paio di occasioni ma non possiamo pensare che sia il salvatore della patria». Euforico invece Eusebio Di Francesco: «Eppure temevo di prendere gol per la quarta volta al 94', ma ci è andata bene».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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