«Avevo promesso investimenti per rilanciare il Milan e così è avvenuto, sorprenderemo ancora i nostri tifosi». Lanciata dal palco di Guangzhou, sede del battesimo operativo della nuova società (Milan China) allestita in tutta fretta per lavorare in quell'area geografica, la dichiarazione di Yonghong Li, presidente del nuovo Milan protagonista assoluto del calciomercato 2017, è diventata una promessa solenne e una minaccia per la concorrenza. Che Marco Fassone - il suo ad, elogiato al pari di Mirabelli per la conduzione fin qui del club - ha reso ancora più suggestiva e plastica entrando nel dettaglio delle prossime operazioni per completare il «mercato capolavoro», parole di Montolivo.
È partito dall'affare Bonucci che ha riempito le cronache degli ultimi giorni per confessare il suo iniziale scetticismo. «Mi sono detto: figurati se la Juventus dà a noi Bonucci. Mi sembrava un'idea folle, non volevo nemmeno provarci, è stato Montella a dirci di insistere», la ricostruzione fedele della trattativa conclusa rapidamente e che ha lucidato gli ottoni del Milan. «È un segnale molto importante vedere che calciatori di club che hanno la Champions abbiano voglia di venire da noi», la chiave di lettura data in pasto ai tifosi.
E che la giostra non sia finita lo testimoniano le frasi successive dell'intervista realizzata in Cina da Mediaset Premium e Milan Tv. All'appello, come ha confermato lo stesso Montella, manca un altro pezzo da 90, il centravanti da affiancare al giovane portoghese Andrè Silva, poco incline al gol e da far maturare. «Quando rientreremo in Italia imboccheremo la strada giusta, stiamo tenendo aperte tutte le piste e faremo sicuramente qualcosa di bello», la rincorsa prima di eccitare il popolo con il trio dei sogni rossoneri. «Sarebbe bello avere uno tra Belotti, Morata o Aubameyang, vedremo su chi cadrà la scelta anche se ci sono nomi non ancora emersi in modo roboante sui media», la chiusura di Fassone che si è guadagnato così l'indulgenza plenaria presso i tifosi.
E che i tre nomi citati dall'ad rossonero non sono false piste è documentato da una serie di dettagli che qui possiamo elencare. Il centravanti del Toro è in cima alla lista di Mirabelli e non solo. Da settimane è iniziato il corteggiamento di Cairo che è partito da uno sconto sulla famosa clausola estera (90 milioni) per poi scendere a 75. Le frasi del presidente granata («voglio capire se Belotti è motivato a restare con noi») sono l'avviso della disponibilità a trattare con il Milan, confermato in modo non proprio casuale dall'assenza del «Gallo» dalla foto simbolica di inizio di stagione torinista. Su Morata poi c'è stato proprio ieri il via libera del Manchester United. Mourinho è stato esplicito: «Abbiamo provato a prenderlo ma non siamo riusciti a trovare l'accordo col Real Madrid». E infine dalla Germania il Borussia ha invitato gli eventuali acquirenti di Aubameyang a presentare offerte concrete: «il tempo per la cessione sta per scadere», hanno detto i tedeschi, intenzionati a chiudere al più presto la trattativa.
Perciò Fassone e Mirabelli hanno messo in competizione i tre concorrenti: se non si sblocca una strada, possono battere la seconda o la terza.
Belotti è di sicuro il preferito: perché è italiano, perché è milanista di fede, perché secondo il parere tecnico di Montella si addice particolarmente al suo prossimo sistema di gioco. Arrivata l'uficialità per Biglia, che ha firmato fino al 2020, c'è pure un hashtag coniato dai tifosi per Locatelli che Allegri vorrebbe alla Juve: è #locatellinonsitocca, e non c'è bisogno d'aggiungere altro.
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