Il Milan non si ferma più. Dopo il derby è tris di vittorie

I rossoneri volano dal ko con l'Inter. Prova di forza con la Lazio, vetta confermata. Pioli: "Partita dura, ce la meritiamo"

Il Milan non si ferma più. Dopo il derby è tris di vittorie
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D'accordo, Leao non segna ma se decide di diventare la musa del Milan il risultato è sempre lo stesso. Due, tre, quattro volte Rafa sfonda sul suo binario preferito e invece di cercare il sigillo personale pensa al Milan e a qualche sodale piazzato in comoda posizione. Prima serve Pulisic a inizio della ripresa, la migliore frazione dei rossoneri capaci di spianare la Lazio, poi nel finale vede e serve Okafor piazzato sotto porta e gli affida il compito di chiudere sul 2 a 0 il secondo scontro diretto del torneo. Deludente la Lazio, specie nel suo atteggiamento, e poi nel rendimento dei nuovi arrivati dal mercato, uno più deludente degli altri. Solo Provedel evita un passivo più pesante. Se Leao dipinge, Pulisic è un cliente pericoloso per qualsiasi difesa. Una sola nota negativa a casa Pioli: quell'acciacco di Loftus-Cheek che salterà un paio di partite.

Strana questa Lazio di San Siro, non sembra affatto una squadra di Sarri perché, a dispetto dei canoni tecnici del suo calcio, si posiziona con due linee molto compatte dietro la linea della palla e aspetta un errore del Milan per sorprenderlo in contropiede. Questo spiega la difficoltà tradita da Leao nel trovare spazio nelle zone presidiate in forza dai laziali. L'effetto di tale, prudente scelta è documentata dal taccuino del primo tempo che assegna a Felipe Anderson, fuggito in solitaria dopo incomprensione Kjaer-Tomori, l'unico pericolo (sinistro sull'esterno rete). Sul fronte opposto il Milan costruisce con pazienza la trama che porta Giroud alla girata al volo sotto porta, deviata da Provedel: qui Reijnders tenta un acrobatico tacco che gli riesce a metà. Se Castellanos è il sostituto di Immobile, frenato da un affaticamento, Loftus-Cheek si arrende prima della mezz'ora e dalla sua reazione sembra un guaio muscolare serio. Il numero degli infortuni collettivi comincia a diventare inquietante.

Cambia la musica nella ripresa e cambia soprattutto passo il Milan sfondando a destra con Pulisic come a sinistra con Leao. Ed è dalla perfetta intesa di questi due, messi sulla rampa di lancio dal tocco felpato di Adli, che prende forma il gol rossonero con servizio del portoghese chiuso dall'americano a colpo sicuro. Solo allora Sarri cambia mezzo centrocampo e mezzo attacco: Rovella (visionato da Spalletti in tribuna) e Guendouzi lasciano senza rimpianti per Vecino e Kamada, così Felipe Anderson e Castellanos per Pedro e Immobile. Pioli si regola di conseguenza per dare il cambio a Giroud e Adli, stanchi e spolpati. L'inerzia della sfida resta sempre nella disponibilità del Milan con gli spazi liberati: tocca infatti a Provedel, il portiere, migliore dei suoi, con un paio di prodezze (su Musah prima e Pulisic poi) tenere la Lazio in partita. Qui è merito di Reijnders salito in cattedra da centrale di centrocampo con il sodale Musah che gli fa da assistente puntuale sul fianco destro.

Inevitabile l'epilogo del 2 a 0 costruito dal portiere attraverso Theo con palla a Leao che si diverte nel collezionare il secondo assist della serata: il regalo è per Okafor a centro area e lo svizzero non può sbagliare il secondo squillo consecutivo dopo Cagliari.

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