Milan, il turnover è un falso problema. Pioli senza difesa si gioca il futuro

Oltre agli infortuni ecco la fragilità difensiva e gli errori individuali: nelle ultime 5 gare di campionato subiti 10 gol. E la decisione sul tecnico è rinviata alle prossime settimane

Milan, il turnover è un falso problema. Pioli senza difesa si gioca il futuro
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L'accusa generalizzata tra tifosi, critici e opinionisti tv, per l'uso eccessivo di turnover realizzato da Pioli in quel di Monza è un argomento classico che distrae dai problemi reali. I veri guai del Milan, maltrattato dal Monza nel finale dopo aver guadagnato un faticoso e orgoglioso 2 a 2 in 10 contro 11, sono quelli più noti da tempo e che offrono la spiegazione puntuale del ritardo in classifica.

In ordine di accadimenti sono: 1) il gran numero di infortuni; 2) la fragilità difensiva complessiva testimoniata dai 31 gol subiti in 25 partite, undicesima nella classifica di settore, 13,9 tiri concessi a partita agli avversari); 3) gli errori individuali (sui primi due gol subiti, Thiaw sembra un elefante nel negozio di cristalleria) con parziale spiegazione dettata dal rientro del tedesco dopo 80 giorni vissuti a curare l'insulto muscolare procuratosi in Champions col Borussia. L'unico anello forte di quella debolissima catena è ormai un ragazzo della cantera rossonera, Matteo Gabbia, capace di resistere a qualche pigrizia del suo sodale Leao (mancato rientro a copertura dal suo lato con annesso commento adeguato, ndr) e di rispondere in modo educato a un aggressivo Costacurta in formato santone televisivo. Già perché anche Maignan, il portiere protettore dello scudetto 2022, continua a incassare gol «inspiegabili» se paragonati al suo rendimento precedente. E qui gli interrogativi che furono centrati sugli acciacchi muscolari traditi nella passata stagione adesso diventano di natura squisitamente tecnica riferiti agli allenamenti e alle esercitazioni guidati dal suo allenatore inglese.

Poi è il caso di puntare l'attenzione sulla prova molto deludente, specie nel primo tempo, su Okafor, Chukwueze e Adli che è identica a quella di altre circostanze analoghe al cospetto di rivali non certo irresistibili (tipo Udinese, poi Frosinone) rimediata nel gran finale con giocate episodiche. Questo significa che non c'è mai la garanzia a Milanello di poter contare su prestazioni di livello e qui il coinvolgimento di Stefano Pioli e del suo staff è inevitabile così da rendere ancora più attuale la decisione di rinviare alle prossime settimane la valutazione finale del loro operato e quindi la scelta sul futuro della panchina. Infine c'è un altro aspetto che inquieta più il popolo dei tifosi, già depressi per la sconfitta che ha fatto disperdere il proposito di sorpasso sulla Juve: la comunicazione del club. Cardinale, prima di volare in Arabia, parla di ambizione da Champions e poi il presidente Scaroni ripete la storiella della qualificazione tra i primi quattro.

Infine, in materia di stadio, dapprima suonano le trombe per l'acquistato dell'area di San Donato su cui costruire il nuovo stadio e poi si telefona a Zhang, presidente dell'Inter, fornendo così alla comunicazione nerazzurra l'assist per far sapere che c'è stata l'offerta di dividere lo stadio di San Donato con l'inevitabile chiosa sulla difficoltà del patron americano a reperire finanziamenti per l'operazione.

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