Giorgio Armani in tribuna a Bologna fra Belinelli e Geppy Cucciari si prende la supercoppa per la quarta volta, ma anche ieri il suo squadrone ha voluto farlo soffrire per una vittoria (75-68) tormentata sulla Virtus di Segafredo Zanetti, dopo un terzo quarto da pesci nel freezer (8-16) e non soltanto per la buona difesa della squadra che Djordjevic sta tirando fuori da una roccia friabile.
Merito degli avversari, certo, anche senza la luce dei dioscuri Markovic e Teodosic, merito di Alibegovic e un po' anche Abass, ma è stata Milano a commettere i peccati di gola che si pensava esauriti dopo l'ultima stagione dimezzata. Aveva cominciato prima di tutti, ha sempre vinto, ma non siamo sicuri che Messina sia andato a dormire con meno diavoli da scacciare del suo avversario.
Milano e il suo lusso, oltre ai tre stranieri esclusi perde quasi subito Micov, ma anche troppi peccati rimediati soltanto in parte da una bella difesa che ha fatto regalare alla Virtus ben 16 palloni, pagando poco dazio per le 10 palle perse, 3 a testa Delaney e Rodriguez che ha nuotato fra le alghe fino al tiro da 3 a 52 dalla fine che lo ha salvato in due giornate bolognesi davvero modeste.
Per Messina la garanzia resta Hines, per l'Armani l'uomo del trofeo è diventato Datome, 17 punti, che ha giocato come deve fare uno che vuole conquistarsi rispetto: mascherato quando la squadra dimenticava i falli e le anemie di Brooks, le esagerazioni di Punter, prendendosi 20 punti di vantaggio a metà partita (43-23). Poi è arrivata la passeggiata nella palude del terzo quarto, quello migliore per una Virtus davvero indietro, come aveva già dimostrato nel girone e nei primi due quarti della semifinale vinta contro Sassari.
Per l'Armani a pochi giorni dall'esordio in eurolega a Monaco e in campionato una notte per brindare, ma anche per guardarsi bene dentro. La serata è stata buona per Hines, felice per Datome, appena decente per Moraschini.
Gli altri elfi del gruppo da Delaney (11) a Punter (14) stanno sul sei meno meno, perché certe fragilità non passeranno ai piani più alti e, magari, anche in questo campionato se qualcuno cercherà bene nel giardino dove Messina non ha soltanto rose, ma ancora qualche mammola. Nella Virtus bravi i nuovi acquisti Alibegovic e Abass, discreto Gamble, Teodosic ha creato, 7 assist, ma anche penato, male Markovic e Adams, passabile Hunter.
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