"Il mio Milan più forte". Pioli aspetta il 10 ma scommette sui suoi

Il tecnico rossonero soddisfatto e fiducioso: "Siamo pronti e maturati". Fatta per Bakayoko e Pellegri

"Il mio Milan più forte". Pioli aspetta il 10 ma scommette sui suoi

C'è l'ottimismo di bandiera e una preoccupazione strisciante. L'emblema dell'ottimismo è Stefano Pioli che non sbaglia una sola dichiarazione e non da ieri anche nelle ore più complicate della sua carriera milanista quando sembrò riscaldare la panchina al tedesco uscito dai radar di Gazidis in tempo utile. «È il mio Milan più forte» la frase chiave che simboleggia l'attestato di fiducia e che prende le mosse forse dal fatto che in questa estate afosa il gruppo ha lavorato sodo (per scongiurare gli infortuni record della passata stagione), con poche e mirate amichevoli, trasmettendo al tecnico la sensazione di un team «vivo, pronto e maturato».

«Sono molto contento dei nuovi arrivi, hanno vinto, godono di esperienza ad alti livelli, sanno come comportarsi e allenarsi» il quadro dipinto da Stefano Pioli che non può però dimenticare che Maldini e Massara sono ancora al lavoro e che il famoso sostituto di Chalanoglu non è stato ancora individuato. «Non cerchiamo un altro Calha, cerchiamo di migliorare la squadra, ci manca ancora qualcosa» è la risposta che conferma il non detto di questi ultimi giorni. Può sembrare un paradosso ma non lo è invece. L'addio di Donnarumma è stato già archiviato, forse anche perché Maignan qualche prova di affidabilità l'ha già data. Quello di Calhanoglu invece no. O almeno non ancora. Anche perché a ogni sua prodezza con l'Inter, il mondo Milan mostrerà il nervo scoperto.

Tradotto: Pioli ha pregato perché il turco restasse e ora se dovesse arrivare - dopo Florenzi, Bakayoko e Pellegri (definito ieri il prestito dal Monaco) - una quarta pedina di sicuro non sarà assimilabile alle caratteristiche del neo interista che ha appena scaldato il piedino con un gol e un assist. «Ci manca ancora qualcosa ma i dirigenti sono al lavoro» è la garanzia affidata al tecnico e che Pioli ha girato al popolo milanista in grande agitazione per il mancato completamento del puzzle.

Solo su Kessiè, ha speso una parolina che vale più di una banale speranza: «C'è la volontà reciproca di continuare insieme». Nell'attesa di questa casella vuota, è venuto il tempo di pensare alla Samp di D'Aversa e al fatto che per l'occasione, fuori Ibra e lo stesso Kessiè, Tonali e Leao (preferito a Rebic) devono darsi una mossa dopo essere stati confermati, con convinzione verrebbe da aggiungere. Certo il Milan non concorre apertamente per lo scudetto.

Qui Pioli è stato categorico: «L'Inter è la favorita numero uno per lo scudetto, poi ci saranno le 7 sorelle che possono vincere, sarà un torneo più equilibrato rispetto a quello passato» la sua idea da sottoscrivere. Così per reggere il passo il Milan dev'essere subito, da stasera a Marassi, «più forte mentalmente e più squadra per diventare padrone di sé stesso alla fine» che è poi l'obiettivo finale. Provare per credere.

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