Monza stasera in campo a Lione, per un'amichevole internazionale che dà un po' la misura di ciò che il club biancorosso è diventato. Grazie anche a Raffaele Palladino. Perché okay l'idillio, i complimenti, le previsioni e l'etichetta del predestinato. Ma quello tra il mister e il Monza non è un amore da Mulino bianco, di quelli in cui va bene tutto finché va. Il momento di difficoltà l'hanno vissuto e superato. E forse il segreto di un legame così stretto sta proprio qui: essere riusciti ad andare oltre le difficoltà.
C'è anche la data: 22 maggio 2019, stadio di Imola. Lei in tribuna, il Monza eliminato dai playoff di C. Poteva finire lì?
«In realtà, prima che smettessi di giocare avevo già iniziato il corso di allenatore. Se il Monza fosse andato in B, forse avrei continuato a giocare».
Ma il Monza in B non ci andò e lei divenne mister. Con il senno di poi, la A deve dire grazie all'Imolese?
«Si sono incastrate una serie di cose...», sorride. «Ma in due anni e mezzo siamo arrivati in A e ora ce la godiamo».
Alla presentazione, tanti accostamenti importanti: dalla scommessa Sacchi a Nagelsmann, fino alla definizione di predestinato. Dica la verità: da napoletano, non c'è stato lo scaramantico pensiero che potessero bruciarla?
Ora il sorriso diventa risata. «Le persone che mi circondavano mi hanno trasmesso preoccupazione: Come fai? È pericoloso... la squadra è in difficoltà... non hai esperienza.... Ma io sono fatto così: l'ho presa con leggerezza».
E ora tutti sono pazzi di Palladino...
«I risultati hanno aiutato, si è creata empatia. E poi la predisposizione da parte dell'ambiente: abbiamo guardato insieme le partite dei Mondiali e sì, bisogna vivere insieme i momenti belli, ma superare insieme anche quelli difficili».
A proposito, durante la finale chi avete tifato?
«Messi poteva chiudere il cerchio della carriera e da napoletano associo Maradona all'Argentina. Ma Deschamps è stato mio allenatore... Diciamo 51% Argentina e 49% Francia».
Diceva di un ambiente felice: Stroppa, di cui ha preso il posto, fu tra i primissimi a complimentarsi per il suo incarico. Che le disse?
«In bocca al lupo e spacca tutto! Avevamo un buon rapporto, lo ammiro come allenatore e come persona».
Gilardino, nei giorni scorsi Semioli: tanti allenatori giovani, ora nel calcio si parla di modello Palladino. È così?
«Spero si sia rotta una barriera, che si possa avere più coraggio. Guardo tante partite, anche di Lega Pro e D, ci sono allenatori molto bravi».
Si parla spesso dei consigli del presidente Berlusconi ai suoi allenatori. Le indicazioni tattiche, nel caso di Palladino sono state fatte anche per proteggerla?
«Devo ringraziare la società per la fiducia e la scelta visionaria, che non tutti avrebbero fatto. Ho sentito da subito la fiducia e mi hanno fatto capire che non ero qui per fare il traghettatore».
Dopo qualche partita in A, ha svelato di voler vedere i suoi commettere più falli. Cosa intendeva?
«All'inizio li vedevo troppo bellini e leggerini, in certe situazioni. In A, se sbagli qualcosa ti puniscono. Devi essere solido e cattivo».
Lei insiste molto sul discorso mentalità. Il cambio in rosa tra Molina e Donati è stata più scelta caratteriale o tecnica?
«Una scelta numerica per gli esterni. Molina è un bravissimo ragazzo e un grande professionista, come dimostra il gol in Coppa Italia a Udine. Donati ha temperamento, alza il livello degli allenamenti».
Vista la rosa lunga, farete l'altro switch in lista che vi è consentito?
«Aspettiamo di vedere quel che accadrà sul mercato».
Palladino allenatore, schiererebbe il Palladino giocatore in questo Monza?
«Il calcio è cambiato, le velocità sono aumentate. Ma la qualità credo sia un po' diminuita, soprattutto per via dei carichi di lavoro più alto. Prima si vedeva un calcio più bello ma più lento. Oggi devi essere intelligente e rapido. Ma, come dice Bielsa, l'essenza del calcio è nel dribbling».
In altre parole, Palladino giocatore sarebbe titolare in questo Monza...
«Sì», ride.
A proposito di Bielsa, l'ha conosciuto nel corso a Coverciano, nei giorni scorsi. Impressioni?
«Mi ha voluto parlare in separata sede. È un maestro, ho letto i suoi libri, tanti miei spunti arrivano da lui. La passione per Bielsa mi è stata inculcata da Juric».
Facciamo un gioco: Monza salvo,
estate 2023 si riparte per il secondo campionato di A. Con quali obiettivi?«Dobbiamo prima salvarci, questo è l'anno più difficile. Ma mi auguro che ripartiremo con obiettivi importanti, la società è molto ambiziosa».
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