Firenze - Ci pigliamo tutto. La prima vittoria della storia contro una delle big three. La prima volta contro una squadra che nella sua storia ha alzato per due volte la coppa del mondo. Battiamo il Sudafrica e che importa se alla fine ci annullano anche una meta con la complicità della moviola. E' una vittoria che vale tutta la storia del rugby italiano. Stavolta non c'è avversario che tenga. Stavolta non ci sono scuse. Abbiamo vinto e con merito. Perché in ottanta minuti può scorrerti davanti una vita di delusioni, di placcaggi, di bocconi amari mandati giù. Battiamo il Sudafrica e passiamo un colpo di spugna alla sconfitta con gli All Blacks.
Partita sofferta. Gli azzurri ci mettono un po' a carburare. Soprattutto in mischia e nella difesa in campo aperto. Giochi sulla lama di un rasoio ma quando guardi il tabellone hai la consapevolezza di restare attaccato e di potertela giocare. E' una partita piena di errori, da una parte e dell'altra. Brutta sul piano estetico ma intensa. Una battaglia che il fischietto irlandese Clancy complica con le sue decisioni degne del miglior film di fantascienza.
Il tabellone si sblocca con Bryan Habana. Il Sudafrica è spuntato davanti ma riesce a innescare le linee esterne. E' l'ala del Tolone che si invola approfittando di una difesa azzurra che non entusiasma sugli spazi larghi. Per rientrare in partita si torna ai vecchi sistemi. Rimessa laterale e palla in cassaforte per giocare la maul a ridosso della linea di meta. Van Schalkwyk sfonda il muro sudafricano e l'Italia passa. Poi è De Allende che galleggia tra le linee della difesa azzurra e si apre un'autostrada oltre la linea. Il piede di Padovani riporta l'Italia in zona contatto. Nella ripresa, Padovani e Bisegni in cooperativa bloccano in extremis Habana-Le Roux. Niente meta ma Lambie può riportare a +5 il vantaggio Springboks per un calcio figlio del solito, eterno vantaggio, visto da Clancy.
La partita va presa all'ingrosso, mettendoci il carattere. L'Italia lo fa appena rientrata dagli spogliatoi. Appare più presente nell'uno contro uno e al primo capovolgimento di fronte regala un bel punto di domanda agli Springboks. E' bravo O'Shea nella gestione dei cambi. Prima linea fresca già ad inizio ripresa e l'esperienza di Gori sul finale. Gli effetti si vedono subito. Venditti diventa il terminale offensivo di una manovra che capitalizza il lavoro finalmente convincente del pacchetto degli avanti. Canna trasforma e il Franchi segue con un boato la traiettoria indirizzata tra i pali.
Poi Jantjies e ancora il 10 azzurro per riportare a bordo campo i fantasmi della sconfitta mondiale contro il Giappone. L'Italia finisce in avanti. Sfiora la meta del ko con Bisegni poi è Marco Fuser che vola in meta ma Clancy e la moviola annullano. Poco male, si vince lo stesso. La festa può cominciare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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