Mitico Settebello: affonda il Partenone per risalire sull'Olimpo

I campioni in carica a caccia del bis contro la Spagna battuta ai Mondiali di 3 anni fa

Mitico Settebello: affonda il Partenone per risalire sull'Olimpo

L'Italia cala il suo Settebello! La Nazionale maschile di pallanuoto supera l'esame di greco e torna in finale. Gli uomini del ct Sandro Campagna potranno così difendere il titolo mondiale vinto tre anni fa in Corea, a Gwangju. Quella che si giocherà domani a Budapest contro la Spagna (che ha battuto ieri la Croazia 10 a 5 nell'altra semifinale) sarà la settima finale iridata nella storia del Settebello: infatti, ci sono in archivio già quattro affermazioni (1978, 1994, 2011 e 2019, tre dei quali con Campagna, una da giocatore). Senza dimenticare dei tre ori olimpici.

E a proposito: l'ultimo di questi è arrivato proprio trent'anni fa. Sempre contro la Spagna, che affronteremo domani (alle ore 20, diretta su Rai3). Così come era successo a Gwangju tre anni or sono e, appunto, nella famosa finale di Barcellona '92. Come dimenticare quel successo nella tana del lupo in quel pomeriggio di trent'anni fa. Nella piscina Picornell. In tribuna, tra i ventimila spagnoli, c'erano pure Re Juan Carlos e il principe Filippo. Fu un trionfo leggendario, arrivato dopo 6 supplementari. E c'era sempre Campagna quel giorno, in acqua: servì l'assist vincente per il gol decisivo di Nando Gandolfi, che mise il sigillo ad una partita epica. Sandro che ormai è un guru della pallanuoto. E anche stavolta proverà ad incartare i suoi avversari. Un maestro di tattica come pochi altri. «I greci li abbiamo imbrigliati con la nostra difesa conferma Campagna, già in passato ct degli ellenici -, abbiamo giocato molto bene con uomini pari, ma i ragazzi sono stati straordinari invece in situazioni di uomo in meno. Il risultato è sempre stato in bilico, anche se abbiamo condotto dall'inizio alla fine. Ci hanno raggiunto 3-4 volte, però la squadra ha mostrato la maturità di saper accelerare quando doveva e di saper controllare il risultato quando doveva». Adesso servirà un ultimo sforzo. «Le finali sono da vincere, perché un argento si dimentica dopo una settimana. Anche per i ragazzi. La medaglia d'oro è un'altra cosa. A questo punto, si gioca. Ma si gioca col cuore». E se la difesa è stato il fattore chiave di questa vittoria sulla Grecia per 11-10, bisogna dare anche merito alla produzione offensiva: sugli scudi il salernitano Vincenzo Dolce, autore di tre reti fondamentali.

«Una bellissima partita. Siamo di nuovo in finale, io c'ero nel 2019 a Gwangju, è bellissimo perché siamo qui ancora concentrati. La cosa bella è che nessuno ci dava per favoriti, proprio perché venivamo da un'Olimpiade troppo brutta, è stata un trauma. Ma noi siamo un gruppo coeso, forte, ci sacrifichiamo uno per l'altro e daremo tutto per vincere».

Il gruppo, dunque, il segreto di questo Settebello: nonostante i 5 debuttanti rispetto al precedente trionfo coreano: «I nuovi hanno portato entusiasmo e voglia di fare risultato. Quando trovi le motivazioni giuste, riesci a dare una bracciata per il compagno. E porti a casa le partite». Vai Settebello, ora difendi l'oro di tre anni fa.

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