Non ha vinto per un soffio, Francesco Molinari, ma si consolerà agilmente, perché con il secondo posto nell'Open d'Italia a Gardagolf, l'azzurro vola per la prima volta in carriera in cima alla Race to Dubai, la classifica dell'European Tour. E lo fa mettendo in fila tipini tosti come Reed, McIlroy, Cabrera Bello e Noren. Ma non solo: da domenica pomeriggio, Laser Frankie è anche il numero 1 nelle classifiche europee di Ryder Cup. Tanta roba, insomma. Ma con uno score di meno 22, ha vinto Thorbjorn Olesen, uno abbonato al successo in Italia: nel 2012 ha lanciato la sua carriera conquistando il Sicilian Open.
Una vittoria che parte dal temporale che giovedì ha costretto gli organizzatori del torneo a fermare per cinquanta minuti la gara: «Ero partito male racconta il danese dopo il trionfo - fortunatamente dopo pochissime buche hanno stoppato il torneo per il maltempo. Ho avuto così la possibilità di tranquillizzarmi, di rallentare e di ritrovare il ritmo. Da lì quasi un miracolo: colpo dopo colpo, ho sentito che il bastone iniziava a viaggiare sempre più fluido». Talmente senza intoppi, che il ventinovenne Olesen ha finito per firmare uno score totale di meno 22: «Ma io sono così continua il danese credo moltissimo in me stesso: quando gioco bene, gioco davvero bene e sembra che niente mi possa fermare». In effetti, neppure un Molinari che ha giocato le sue 18 buche finali a gas aperto, ha potuto alzare un argine contro il muro di par e birdie messo insieme da Thorbjorn: meno 21, un colpo in più del vincitore, è stato il punteggio totale del Chicco nazionale.
Eppure ci avevano sperato tutti nella zampata finale dell'azzurro, soprattutto quando il suo putt per il birdie è andato a canestro alla 18 da una distanza così siderale da far letteralmente tremare le tribune. Ma a niente è valso il miracolo: il successivo par conclusivo del danese ha zittito tutto il pubblico presente.
«Ho dato tutto quello che avevo ha commentato a caldo l'azzurro - e sono fiero di come ho lottato, restando paziente nelle prime nove ed essendo aggressivo nelle seconde, quando serviva.
Adesso torno a casa e ricomincio ad allenarmi, perché tra due settimane c'è lo US Open, che è un torneo in cui il campo di solito è settato alla perfezione per il mio gioco». Con ogni probabilità, a Shinnecock, negli States, Molinari atterrerà da numero 1 europeo e prevedibilmente da numero 16 del mondo: un bel curriculum, questo, per davvero.
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