Monsieur Vingegaard Il padrone del Tour fa la storia con una foto

Il danese trionfa sull'Hautacam dopo aver "aspettato" Pogacar caduto in discesa

Monsieur Vingegaard Il padrone del Tour fa la storia con una foto

Non perde il sorriso, non perde il buonumore, perde soltanto il Tour Tadej Pogacar. Ci ha provato, lo sloveno. Ci ha provato forse non come avrebbe voluto, ma ci ha provato sulla penultima salita, rischiando poi l'osso del collo lungo la successiva discesa, nella quale è finito lungo disteso, con abrasioni sul lato sinistro e sull'ascesa finale ad Hautacam è già tanto che sia riuscito a rimanere lì, appena dietro la maglia gialla che è andata a mettere il sigillo in un Tour che era già in cassaforte da una settimana.

Onore allo sconfitto, ma soprattutto onore al vincitore del Tour e dell'ultimo tappone pirenaico Jonas Vingegaard, che chiude i conti e, nella crono di domani, può solo pensare a come gustarsi lo spettacolo, sperando che un gatto nero non gli attraversi la strada.

Onore a Taddeo Pogacar, dicevamo, che dopo due anni cede il trono giallo, ma deve pensare che a 23 anni, con due vittorie e un secondo posto non può che essere contento. Applausi anche ad un altro fenomeno, ad un corridore pazzesco, che risponde al nome di Wout Van Aert, all'attacco da tre settimane, in fuga dal primo chilometro anche ieri per apparecchiare la tavola per il trionfo del suo leader.

Si gode lo spettacolo come un bimbo al luna-park, il presidente francese Macron, che scegliere la tappa giusta per godersi uno spettacolo pazzesco, dove la maglia gialla si concede lo sfizio di vincere sulla cima più dura dei Pirenei dopo averlo già fatto su quella delle Alpi, e portarsi in albergo e domenica a Parigi, oltre alla maglia gialla anche quella a pois di miglior scalatore. Ma non solo, in questa giornata di rara bellezza, fatta di agonismo vero e profondo, dove nessuno fa niente per evitare schiaffoni, c'è spazio anche per due carezze, due gesti di assoluta bellezza. La maglia gialla che aspetta il suo rivale scivolato nella discesa fra gli ultimi due colli, e per questo riceve dal bimbo sloveno una stretta di mano e un pollice alzato come ringraziamento.

Pogacar aveva cominciato presto il suo lavoro. Sul Col de Spandelle attacca per sei volte. Vingegaard risponde senza fare un plissé. Tanto che sull'ascesa finale, il re pescatore, l'ex ragazzo che lavorava al mercato del pesce, trasforma la sua giornata di gloria in un trionfo da ricordare

(nella generale il danese ora ha 3'26 su Pogacar e 8' su Geraint Thomas, ndr) . Dopo il traguardo, Pogacar stravolto e sconfitto, va a cercare la maglia gialla per complimentarsi. Dopo la stretta di mano, pacche sulle spalle.

Prima di nuove sfide, fatte di attacchi e contrattacchi, progressioni e rilanci. Perché questo è lo sport: fare tutto il possibile per dimostrare di essere i migliori. E se ciò non dovesse riuscire, avere la forza di riconoscere quella del tuo avversario. Sembra banale, ma non lo è.

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