Mou, è amara la 100ª gara con la Roma

Tris Dea, difesa giallorossa disastrosa senza Smalling. Dybala va ancora ko

Mou, è amara la 100ª gara con la Roma

Dicono che a Bergamo ci sia aria da fine impero, che il Gasp sia sulla via d'uscita dopo 7 anni, eppure dopo il 3-1 contro la Roma c'è sempre un posto Champions che non è più così lontano. Di sicuro a tratti non è più l'Atalanta che tremare il Campionato faceva, ma dall'altra parte Mou fa 100 in giallorosso dando scientemente ragione ai suoi detrattori: 4 titolari in panchina (Dybala, che di questi tempi fa per tutti, compreso) e tutti dietro la linea della palla. Poi chissà mai.

Insomma: nel primo tempo da divertirsi c'è poco, gli unici che credono di farlo sono i tifosi contrapposti che si rimpallano fumogeni e insulti, nel segno del sempre aperto campionato dei geni. Quello in cui invece si gioca a pallone fa segnare una prima mezzora di partita in cui c'è più gente per terra che in piedi, tra calcioni e manate. La prima randellata arriva al minuto uno su Mancini, il resto va di conseguenza. Quello che non si vede è un tiro in porta, vista la solitudine dei due attaccanti in campo, ma almeno l'Atalanta fa capire che almeno ci tiene e allarga le ali, soprattutto Ederson, per trovare al centro qualcuno che non c'è. Così, in una partita del genere, finisce che la prima occasione diventa un gol: Abraham, che poco prima aveva reclamato inutilmente un rigore inesistente, si fa scippare da Scalvini, da lì la palla finisce a Zapata, il cui cross diventa un tiro al volo da manuale di Pasalic. La difesa della Roma? Chiedere a Celik, più preoccupato a tenere le mani dietro la schiena che contrastare Duvan. Immaginate gli altri.

Insomma: senza Smalling è un vero disastro, e la riprova arriva quando Toloi risolve il ciapanò giallorosso su calcio d'angolo, infilando Rui Patricio. A quel punto Mou aveva già ammesso le sue colpe mettendo in campo in un colpo solo Matic, Dybala (che chiuderà zoppicante, a Roma si trema), Spinazzola ed El Shaarawy. Ma l'unica reazione romanista arriva dall'ennesimo fumogeno stavolta diretto in campo.

E succede che appena Pellegrini rimette il fiato sul collo agli avversari, i suoi compagni là dietro (vedi l'obbrobrio di Rui Patricio) aprono la porta a Koopmeiners tanto per stare tranquilli. Finisce così che l'impero nerazzurro colpisce ancora: metti che poi magari poi Gasp ci ripensa.

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