Cesare Gasparri Zezza
Barberino di Mugello (Firenze) Come scordarsi quel primo incontro... È successo nel gennaio del 2018, al Salone dell'Auto di Detroit, quando, per la prima volta, i nostri occhi si sono incrociati con i suoi fari. La Mustang Bullitt era lì, sul palco d'onore allestito da Ford, la Casa dell'Ovale Blu, in bella mostra, accanto alla leggendaria Mustang GT 390 Fastback che una cinquantina di anni fa, insieme a Steve McQueen nei panni del tenente Frank Bullitt, si era messa all'inseguimento di una Charger R/T. Una scena indimenticabile che portò entrambi a brillare tra le stelle del firmamento di Hollywood. Nessuna controfigura in quella sequenza storica che aveva come colonna sonora solo il rombo baritonale dei due poderosi V8.
Il nostro è stato un corteggiamento durato oltre un anno e mezzo prima che la nuova Bullitt capitolasse e ci concedesse l'onore di un'uscita a due.
Colore verde petrolio e altri piccoli vezzi che ricordano la protagonista del lungometraggio diretto da Peter Yates... Calandra tutta nera e senza lo stemma del cavallo; sul lungo cofano due «feritoie» per scaricare l'aria calda del motore. Come si fa a rimanere indifferenti al sinuoso profilo con quei cerchi bruniti e le pinze dei freni rosse? Non vediamo l'ora di approfondire la conoscenza. Accomodandoci all'interno non lascia indifferenti l'odore della pelle dei comodi sedili sportivi. Infotainment con schermo touch e comandi a cursore ricavati dal metallo pieno accanto a quel bottone tondo che, con un semplice sfioro, è capace di farla urlare.
È il suo punto «G». Un clic, il V8 5 litri aggiornato a 459 cv (529 Nm di coppia) inizia a scaldarsi. Muoviamo la nostra gamba destra sul pedale del gas per farla sussultare. Un colpo più deciso e lo scarico con valvola parzializzatrice e 4 canne d'organo barrisce. Meraviglioso! Impostato il programma di guida «Sport plus», il sound allo scarico si fa ancora più corposo, l'elettronica si mette in panchina e nello schermo del cruscotto viene esaltata la scala dei giri motore.
La frizione è dura, maschia. Afferriamo la sfera bianca in bachelite del cambio manuale a 6 marce: dentro la prima e giù il gas a martello. La spinta dell'accelerazione mista al ritmare cupo del V8 ci prende dentro. Dei brividi partono dalla base della schiena e salendo verso il collo si propagano sulla superficie dei polmoni. Le mani perfettamente posizionate sul volante a contrastare quella leggera virgola che le ruote disegnano sull'asfalto quando scarichiamo tutta la potenza.
Tutto giù fino a 7.500 giri, poi dentro la seconda. Le strade del Mugello non sono una pista e non siamo sul set di San Francisco tra trampolini di Russian Hill e Chinatown. Parzializiamo il piede del gas e ci lasciamo andare tra le curve dei clivi mugellani. Guidiamo tranquilli giocando con il cambio apprezzando la spinta in avanti nell'aumentare delle marce, e il sonoro della doppietta nelle scalate. Occorrono 4,6 secondi per raggiungere il muro dei 100 km/h partendo da fermo. Come prima uscita ci accontentiamo, una passeggiata romantica è più che sufficiente. Quando in cielo il carro di Apollo volge verso il tramonto e le ombre dei cipressi si allungano sulle colline toscane, ecco il momento dei saluti. La nostra giornata è terminata. Difficile trovare qualcuna capace di farti provare emozioni così forti dal primo appuntamento.
Non abbiamo esagerato e siamo riusciti ugualmente a toccare il cielo con un dito.Per scoprire cosa si prova a raggiungere la velocità massima di 263 km/h speriamo in un prossimo incontro in pista. Solo 68 le Ford Mustang Bullitt destinate al mercato Italia. Tutte vendute al prezzo di 57.400 euro.
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