Più di Michael Jordan. Kobe Bryant ce l'ha fatta e nella notte ha superato il suo idolo per punti segnati nella carriera Nba. Il Black Mamba ha infilato un tiro libero a 5'24" dalla fine del secondo quarto della partita dei suoi Los Angeles Lakers contro i Minnesota Timberwolwes scavallando quota 32.292 punti (saranno 26 alla fine), terzo miglior marcatore della storia del basket pro a stelle e strisce. Ora davanti a lui restano soltanto altre due leggende. Il «mitico» Kareem Abdul-Jabbar (Lew Alcindor prima di diventare musulmano) con 38.387 punti e il «Postino» Karl Malone con 36.928. Il primo forse irrangiungibile per Kobe (che ha ancora una stagione e mezza di contratto con la squadra gialloviola) ma il secondo potrebbe anche essere alla portata, se gli infortuni lo lasceranno in pace.
Kobe, cinque volte campione Nba con la maglia dei Lakers, un titolo meno di Jordan in canotta Chicago Bulls, è stato congratulato da compagni e avversari. Poi, cose che succedono solo oltreoceano, la partita è stata interrotta per consegnare a Bryant il pallone col quale ha raggiunto lo storico traguardo. Per il «Black Mamba», alla 19esima stagione in Nba, il traguardo dei 32.292 punti è arrivato dopo 1.269 partite, a Jordan, che ha militato per 15 stagioni tra i pro, ne servirono soltanto 1.039. È l'ennesimo record della carriera di Kobe che quest'anno ha anche superato i 6mila assist: è l'unico giocatore della storia ad aver messo a referto almeno 30mila punti e 6mila passaggi smarcanti per i compagni. Un altro record, sempre raggiunto in questa stagione, è quello (molto meno onorevole) dei tiri sbagliati: 13.418 a metà novembre. Anche in questo caso mai nessuno come lui.
Bryant commenta da agonista puro: «Penso che essere competitivi è una cosa che mette paura a tanta gente. Ne hanno paura tutti coloro che amano vivere nella media». Poi si lascia andare a qualche celebrazione: «Quando arrivi a questi traguardi vieni travolto dalla gioia. Ma allo stesso tempo ti rendi conto che la fine della tua carriera è molto vicina». Meglio non pensarci e godersi i complimenti. Come quelli delle altre leggende. Magic Johnson, altra icona Lakers, ha commentato: ««Come non vedremo mai più un Michael Jordan, così non avremo più un Kobe Bryant», mentre LeBron James ha coniato l'hashtag «leggenda vivente» per il «Black Mamba». I complimenti più significativi da Michael Jordan: «Mi congratulo con Kobe.
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