È ancora calcioscommesse. Un nuovo terremoto giudiziario si è abbattuto su una trentina di squadre di Lega Pro e Serie D. A decine tra calciatori, dirigenti e presidenti di club sono finiti invischiati nell'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. L’accusa è pesantissima: si parla di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Sarebbe stata, infatti, accertata l'esistenza di due diverse associazioni criminali in grado di alterare i risultati degli incontri di Lega Pro e di Serie D. Decine le partite che sarebbero oggetto di combine.
Dalla Pro Patria al Barletta, dal Brindisi al Sorrento. E ancora: L’Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor Lametia, Sant’Arcangelo,Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo. Sono oltre 70 gli indagati e 50 i fermi emessi dai magistrati di Catanzaro nell'inchiesta "Dirty Soccer". Tra questi c'è anche il direttore sportivo Ercole Di Nicola, originario di Atri (Teramo), responsabile dell’area tecnica dell’Aquila calcio e uomo chiave dell'intera inchiesta. Il provvedimento di fermo, di oltre mille pagine, delinea una rete di personaggi, appartenenti a due distinte organizzazioni criminali, attive nella combine di incontri dei campionati di Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti, capaci di alterare risultati e investire danaro nel connesso "giro di scommesse" in Italia e all’estero. Tanto che in questo business marcio figurano anche soggetti stranieri, un presunto appartenente alla cosca Iannazzo, potente clan della 'ndrangheta operante nella provincia di Lamezia Terme, e un poliziotto. Quella degli Iannazzo, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, è una cosca "d’elite della mafia imprenditrice" dedita agli affari, ma anche capace di scatenare una guerra con altre consorterie per mantenere il proprio predominio sul territorio. È stato, proprio, intercettando Pietro Iannazzo che gli investigatori sono venuti a conoscenze delle combine su svariate partite dei campionati di Lega Pro e Cnd per alterare i risultati al fine di ottenere vincite cospicue con le scommesse.
Tre serbi e due maltesi, tutti sottoposti a fermo, sono riusciti a sfuggire all’arresto. Tra le persone fermate c’è, poi, un albanese accusato anche di sequestro di persona.
"Quando le partite non finivano con il risultato concordato - ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo a Sky Tg24 - scoppiavano grosse liti tra finanziatori e dirigenti delle società. Una di queste è finita proprio con il sequestro di un manager".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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