Omaggio del Partizan Anche l'Inter di coppa sfata il tabù San Siro

I nerazzurri prima rischiano la beffa poi decide Palacio con l'aiuto del portiere

Omaggio del Partizan Anche l'Inter di coppa sfata il tabù San Siro

MilanoLa testa del girone c'è ancora, sesta vittoria consecutiva fra Italia ed Europa, ma il tentativo di far riposare il gruppo non è stato possibile, per vincere occorre sempre darsi da fare e metter la gente al proprio posto.

L'Inter ha iniziato a tre dietro, con Cambiasso in mezzo a Silvestre e Juan Jesus, Jonathan su Markovic e davanti Cassano prima punta. Almeno questo era sembrato di capire. Poi il Partizan ha continuato a crescere fino al palo del 22' e allora Strama, complice anche un infortunio a Coutinho, ha iniziato a ribaltare la scena, difesa a quattro, Cambiasso in mezzo al campo, Palacio largo davanti e dopo pochi minuti della ripresa dentro Zanetti, a un quarto d'ora dalla fine anche Milito. Significa che Strama aveva capito che così non rischiava solo di non fare i tre punti ma eventualmente anche di prenderle.

Non ce n'era una che funzionasse. Silvestre timoroso, subito beccato da San Siro per un paio di svirgole da paura, peggio Jonathan che aveva perso completamente l'orientamento davanti al talento puro di Lazar Markovic che si è divertito a beffarlo una volta di qui e l'altra di là. E non era tutto: Fredy Guarin praticamente irriconoscibile con Mudingayi disperato a tamponare con quei piedi di piombo. Ci fosse stato almeno Alvaro Pereira a incidere, invece neppure l'uruguaiano riusciva a dare un senso a questo giovedì europeo. Il Partizan con un gioco elementare e prevedibile arrivava primo su tutti i palloni, passava sempre da Medo e cercava Markovic con insistenza. Il ragazzo al 22' ha preso la palla subito dopo la riga di centrocampo, tutto spostato sulla destra della difesa dell'Inter e ha puntato Jonathan mandandolo da una parte mentre scivolava via dall'altra, un passo e destro a girare finito sul palo lontano, forse leggermente intercettato da Handanovic. Se l'avesse messa dentro non ci sarebbe stato nulla da eccepire sul vantaggio serbo.

L'Inter comunque qualcosa aveva fatto vedere, Coutinho su tutti. Una sua fuga di quasi cinquanta metri palla al piede ha entusiasmato ma è miseramente terminata con un crollo mentre si trovava dentro l'area serba. Ne ha fatta un'altra di fuga prolungata, finale identico. Ma il colpo al cuore degli interisti era arrivato dopo soli otto minuti quando ha calciato di destro un invito di Alvaro Pereira spedendo la palla un paio di metri fuori mentre sembrava impossibile mancare il bersaglio.

L'inerzia abbastanza prevedibile e scontata è cambiata repentinamente quando Strama ha richiamato i veterani, il Partizan è finito almeno venti metri dietro e in dieci minuti secchi sono arrivate quattro occasioni da gol limpide, la prima sui piedi di Livaja, poi in successione Silvestre, Palacio e infine Cassano che a sei metri dalla porta, solo, ha pensato e poi ha concluso alto. Il Partizan onestamente era sparito dalla faccia di San Siro dopo aver giocato per un'ora meglio, penalizzato da un centravanti come Mitrovic molto fisico ma anche macchinoso quanto bastava per riabilitare Silvestre in un paio di occasioni.

Poi il centro di Milito a tre minuti dalla fine che pesca in area Palacio, stacco di testa, complicità di Petrovic che s'inginocchia e aiuta la palla a superare la riga di porta. L'Inter ha giocato venti minuti con i veterani ed è bastato per ribaltare gioco e risultato. Anche qui, avanti in silenzio.

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