Ora la Juve di Dortmund "per segnare e... sognare"

Il tweet poetico di Allegri, Pirlo che recupera, rigore e buona sorte. E se a Monte Carlo giocano come in Germania l'impresa è vicina

Ora la Juve di Dortmund "per segnare e... sognare"

Fra segni e sogni si rischia un po' di confusione. Ma la Juve non se la passa male. Segnare per sognare, ha scritto Allegri sul consueto tweet post partita. Detto con parole solo sue: «Abbiamo guadagnato un piccolo vantaggio facendo una buona partita. Al ritorno dobbiamo segnare per continuare il nostro sogno». Nel vortice di parole banali, ecco trovato lo slogan per l'operazione Monaco. E intanto la Juve ha già pescato il “segno” per sognare: quel rigore (fasullo) caduto dalle stelle, e dal fischietto dell'arbitro, è molto di più della luce di una notte. È il segnale dello stellone. Ora la Juve dovrà far da sola e sfruttare la benevolenza della sorte.

L'antijuventinismo imperante obbietterà: alla Juve sono abituati, sfogliate la storia e ne troverete tanti. Punto di vista crudo, ma cronistico. Una valutazione meno “anti” condurrà alla battuta di Allegri: «Se volevate lo spettacolo, meglio andare al circo. Preferisco vincere e non prendere gol». Tipica tesi del calcio italiano e dello sportivismo (non dello sportivo) realistico nostrano. Cosa dicevano allenatori di antica stirpe? La vittoria ideale è quella all'ultimo minuto e su autogol dell'avversario. Qui si è andati oltre.

In fin dei conti, quello juventino è stato un delitto perfetto per far andare su tutte le furie gli avversari: successo con un rigore fasullo, dopo aver rischiato di subire reti nel primo tempo ed avere lasciato troppi contropiede ed un pizzico di bella figura ai francesi. Non più di tanto, perché se la Juve dovrà registrare la forma di Pirlo e la mira dei suoi attaccanti, il Monaco avrà pur la difesa più imbattuta della Champions, ed è quasi miracolistico viste le 4 occasioni da rete lasciate ai bianconeri, ma associa, al tipico Dna calcistico francese, poca sostanza in attacco.

Martedì i francesi hanno tirato 16 volte verso la porta, la Juve un po' meno (13), parità nei tiri nello specchio. Ma se Tevez e Vidal avessero avuto piede meno tremulo, avremmo già la soluzione del giallone calcistico. Dicono che i francesi siano più fragili in casa che in trasferta: se confermeranno il trend sarà buon gioco per la Juve che, a Dortmund, ha giocato con la faccia di una vera squadra europea. Forse l'unica volta in tutta la Champions ed anche in quelle passate. Ci vorrà quella squadra per passare dal delitto perfetto alla notte perfetta.

Jardim, l'allenatore del Monaco, ha parlato di partita falsata: sarà un buon refrain da ricordare all'arbitro del ritorno. Insomma la Signora dovrà stare attenta ai colpi bassi. Ma questa è tutta una settimana da colpi bassi. Recuperato Pirlo nel piede (vedi il lancio che ha provocato il rigore), non ancora nello stato fisico, rimesso a punto Barzagli per la battaglia di Montecarlo, rigenerato Tevez nel fisico e Vidal nel morale, grazie alla collaborazione dell'Apache che gli ha lasciato tirare il rigore, la Juve concentra nella partita di sabato, contro la Lazio, e in quella di mercoledì a Monaco la gran parte delle risposte dell'annata. Passi la Lazio eppoi la strada-scudetto è definitivamente in discesa, nonostante il derby della domenica successiva. Ma per evitare la nona (vittoria) della Lazio, servirà la formazione migliore: ovvero turnover ragionato.

Invece a Montecarlo, la Juve e il suo mondo chiederanno la risposta a tutti i segnali del destino: la Signora è tornata? Segnare per sognare anche il Triplete? Forse.

Ma basterebbe una semifinale Champions (che manca dal 2003) per tramutare il dubbio nell'oro di una stagione. Oggi la Juve è una squadra molto italiana: credibile seppur imperfetta, capace di soffrire, di livello ancora inferiore alle top d'Europa ma fortemente essenziale. E chi vuol divertirsi vada al circo. O in Spagna.

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