Il Palermo spenderà 10mila euro per un gelato. La stangata arriva dal Giudice Sportivo della Serie B che ha sanzionato la società rosanera per il lancio di un cono all’indirizzo dell’arbitro Eugenio Abbatista durante il secondo tempo della sfida casalinga persa, lunedì sera, contro il Foggia.
Lo comunica, nel consueto bollettino, la stessa Lega che spiega in poche e “burocratiche” battute quello che è accaduto. “Per avere, al 23esimo del secondo tempo, lanciato un cono gelato che colpiva il direttore di gara, senza conseguenze lesive”.
Il gelato siciliano, adesso, entra di diritto tra gli oggetti più strani che siano mai piovuti in campo durante una partita di calcio. Una storia lunga, e spesso nemmeno troppo divertente. Dallo scooter piovuto dagli spalti di San Siro durante Inter-Atalanta, nel 2001, fino alla monetina lanciato sulla testa dell’arbitro svedese Anders Frisk durante un Roma-Dinamo Kiev in Champions League nel 2004 e alla “cento lire” di Bergamo che colpì in testa il mediano brasiliano del Napoli Alemao e che, per i maligni, “consegnò” ai partenopei il secondo scudetto della loro storia nel 1990.
Una consuetudine, quella del lancio di oggetti in campo, che non è un'esclusiva nostrana. Riscosse un’eco planetaria, nel 2014, il lancio di banane ai danni del terzino (ex) Barcellona Dani Alves che, a sua volta, raccolse il frutto lanciatogli dai tifosi del Villareal e ne mangiò un pezzo. Prima di tutto ciò, i tifosi catalani si erano resi protagonisti di un altro caso “mondiale”, quello della testa di maiale lanciata al “traditore” Figo, tornato al Camp Nou, nel novembre del 2002 con la camiseta blanca del Real Madrid.
Fu dolcissima, ancor più di quella di Palermo, la protesta che qualche anno fa i tifosi dell’Hajduk Spalato inscenarono contro la società, retta dal proprietario di una delle più importanti panetterie della città. Dalla curva si scatenò un uragano di ciambelle che finirono tutte sul campo di gioco. I tifosi svedesi del Djugaarden, invece, lanciarono in campo una bottiglia di salsa per kebab durante un match disputato contro l’Assyriska, squadra fondata nel 1974 dagli immigrati turchi a Sodertalije.
Nel 2012, in Inghilterra, fece scalpore l’invasione di campo di un pollo durante Blackburn-Burnley. Il motivo? Prendere in giro la società proprietaria del Blackburn, il colosso del pollo fritto Venky’s.
Nel Regno Unito, poi, c’è una singolare “tradizione” dei tifosi del Chelsea contro cui le autorità combattono da anni. Dai primi anni '80, i supporters dei Blues, infatti, portavano allo stadio del sedano e lo lanciavano in campo tuonando cori definiti “sessisti”.
Nel 2007, la società diramò un comunicato solenne, diffidando chiunque dal farsi trovare con verdura e ortaggi all’ingresso dello stadio: “Lanciare sedano è un crimine e come tale sarà punito”. Fu una reazione dovuta, la stracittadina contro gli arcirivali dell’Arsenal – in Carling Cup – aveva trasformato il terreno di gioco in un autentico orto al limite dell’impraticabile.
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