Palmisano e Battocletti d'oro Abbiamo regina e principessa

Antonella nella marcia 20km davanti alla Trapletti, Nadia nei 5000 con record italiano. E a sorpresa la 4x400 mista è argento

Palmisano e Battocletti d'oro Abbiamo regina e principessa
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Roma - Una cerimonia di apertura - festa di musica, immagini e colori - ispirata al tema dell'arte, ma il primo capolavoro agli Europei di atletica lo compiono i nostri atleti. Doppietta nella marcia, argento nella staffetta mista e il fantastico oro nei 5000 donne con un finale strepitoso. Quattro medaglie, due del metallo più pregiato. Il tutto solo nella prima giornata. Un bell'antipasto prima del sabato che potrebbe rimpinguare, e non poco il bottino.

Quasi all'ora di cena la regina Antonella Palmisano oro, la principessa Valentina Trapletti argento: nell'anello di 1000 metri disegnato tra lo stadio dei Marmi e la piazza della Fontana della Sfera, la campionessa olimpica dei 20 km scava il solco sulle avversarie già a metà gara, mentre la lombarda di Magenta allunga al 18° chilometro staccando la spagnola Garcia-Caro che poi sarà beffata dall'ucraina Olyanovska nello sprint per il bronzo mentre festeggiava già con la bandiera alzata.

E in attesa della premiazione delle nostre, gli altri due lampi nella notte romana: la gara perfetta della 24enne trentina Nadia Battocletti, fatta di attesa alle spalle della danese Gronvald poi bruciata negli ultimi 200 metri. A suon di primato italiano: 14'35''29. L'atleta della Val di Non allenata da papà Giuliano e iscritta a ingegneria edile non riesce a trattenere le lacrime, un titolo europeo davanti al pubblico di casa è da brividi. Nemmeno venti minuti prima l'argento inatteso della staffetta 4x400 mista che sbriciola il record italiano (3'10''69, quasi tre secondi il precedente primato) e lascia all'Olanda del fenomeno Femke Bol solo l'ultimo gradino del podio. Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti e Alice Mangione con una condotta di gara regolare restano dietro solo all'Irlanda.

La storia di Antonella - fiocco ai capelli perso negli ultimi chilometri, poi avvolta nel tricolore nel giro di stadio e infine «incoronata» dopo il traguardo oltre che abbracciata dal marito coach Lorenzo Dessi - si incrocia inevitabilmente con quella del compaesano Pietro Mennea, tre medaglie nel 1974 su questa pista. E la dedica non può che essere per lo sfortunato Stano, rimasto a casa e in recupero per i Giochi.

Mesi duri per quell'infiammazione all'anca che non le consentiva più di affrontare gli allenamenti con la mente sgombra. Da febbraio problema superato e l'oro europeo è il miglior trampolino di lancio per iniziare a preparare la difesa del titolo a cinque cerchi. «Ora è tornato il sorriso sulle labbra - così la Palmisano -. Ho fatto la gara che volevo prendendo il controllo della situazione fin dall'inizio. Da Londra 2017 non trovavo un pubblico così, questa medaglia mi mancava ed è arrivata dopo anni che non trovavo pace.

Proverò a vincere a Parigi».

Vicino a lei un'incredula Trapletti, che ha migliorato di oltre un minuto il suo personale: «Ringrazio il pubblico, Roma è magica come lo stadio dei Marmi è magico. Ora continuo a lavorare». E noi a goderci le medaglie.

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