Il paradosso del Milan: è diventato Atalanta ma lo scudetto non basta

Per Gasp i rossoneri sono un modello, però i tifosi si lamentano. E Pioli frena: sarà dura

Il paradosso del Milan: è diventato Atalanta ma lo scudetto non basta

Ci fu un tempo, meno di 3 anni fa, non un secolo fa, fine dicembre del 2019 per la precisione, in cui l'Atalanta fu assunta a modello da Ivan Gazidis, ad del Milan di fresca nomina Elliott. Quel 5 a 0 patito a Bergamo divenne più di una sconfitta-simbolo, una sorta di punto più basso toccato dal club impegnato in una complicata ricostruzione tecnica-finanziaria, prima di risalire velocemente «a riveder le stelle». Oggi, dopo un secondo e un primo posto, il bilancio risanato, un Milan più giovane e competitivo di quello ereditato da Fassone e Mirabelli, è Gasperini a invertire l'onere della prova. «Il Milan oggi è il vero modello dentro e fuori dal campo da seguire» manda a dire per domare uno spogliatoio che sembra un vulcano in eruzione, con una partenza mal digerita (Freuler) e la prossima, quella di Malinovsky, che molti mal di pancia ha procurato a tal punto da spingere lo stesso Gasp a pronunciare una frase netta e definitiva («è giusto seguire altri profili che facciano più di 6 gol all'anno»). E se il Milan è diventato oggi il modello da seguire, qui cominciano i tormenti del popolo rossonero non ancora soddisfatto del mercato a tal punto da far registrare, sui social naturalmente, giudizi polemici nei confronti dell'area tecnica, osannata e stimata invece dai più.

Sul punto Stefano Pioli è pronto a lanciare un messaggio in bottiglia nell'oceano del web. «C'è la volontà di migliorare la rosa, altrimenti rimarremo così» è la dichiarazione che rimette in discussione le ultime convinzioni di casa Milan e riapre la corsa al difensore e al centrocampista secondo un antico progetto che è stato più volte ritoccato in corsa dopo aver incassato qualche no. Anche perché la ripresa di Kjaer non è poi così immediata.

E che serva un centrocampista è esigenza accentuata dal ko muscolare (stiramento al retto femorale: 4 settimane per rivederlo in campo) di Krunic. «Abbiamo 5 centrocampisti e 3 tre-quartisti» i numeri forniti da Pioli che svelano anche la classificazione di Adli (dietro Diaz e De Ketelaer) e la presenza di Bakayoko (col recupero di Pobega) da molti addetti ai lavori dato in partenza per la Turchia. Per il Milan, l'Atalanta è il primo ostacolo di rilievo imposto da un calendario impegnativo ed è subito il momento di capire se le raccomandazioni di Fabio Capello, unico allenatore del passato milanista ad aver vinto due scudetti di fila, sono state recepite dal gruppo.

«Per ripartire bisogna azzerare quello che è stato fatto l'anno scorso» è il dogma di don Fabio, condiviso da Stefano Pioli il quale designa 7-8 squadre «molto forti» in lotta per lo scudetto senza una vera favorita con l'avvertenza

che sarà quasi impossibile fare meglio col punteggio della passata stagione tricolore. Spiegazione elementare: la concorrenza è aumentata nettamente. E con la concorrenza la difficoltà di spuntarla nei confronti diretti.

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