Non sarà un mondo patinato come quello della Champions ma ieri è stato un giorno di sorteggi anche per la Serie C, che quest'anno ritrova la sua antica denominazione e dopo un'estate folle forse è pronta a partire. Il condizionale è d'obbligo, visto che si naviga a vista: poche ore dopo l'ufficializzazione dei calendari, con i tre gironi che rispetto al 2016-17 avevano perso una squadra ciascuno (da 20 si era passati a 19), a metà pomeriggio la Caf ha accolto il ricorso della Vibonese retrocedendo il Messina all'ultimo posto del girone C dell'anno scorso e riammettendo i calabresi.
Spiazzato il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina, che ha subito passato la palla alla Figc: «Lo stesso organo federale aveva inflitto due punti di penalizzazione al Messina - ha detto -, mentre ora decide diversamente. Le linee di diritto hanno una flessibilità abbastanza atipica. Comunque, se la Vibonese deve essere riammessa, vorrà dire che la squadra che avrebbe dovuto riposare giocherà contro di loro. La federazione ci dovrà dire qualcosa e noi ci comporteremo di conseguenza, quando qualcuno ci darà delle disposizioni eseguiremo». La Figc, dal canto suo, farà ricorso al Collegio di Garanzia del Coni che probabilmente dirà l'ultima parola.
In teoria domani alle 18.30 dovrebbe essere proprio il girone C ad aprire le danze, seguito domenica da A e B. «E chi non si presenta andrà incontro alle sanzioni previste dal regolamento, vale a dire 0-3 a tavolino e un punto di penalizzazione», aveva tuonato Gravina prima dell'ultimo pasticcio. Si riferiva allo sciopero minacciato dall'Associazione Calciatori, sul piede di guerra per la perdita di posti di lavoro conseguente al fallimento di alcune squadre e al mancato ripescaggio di altre, nonché al cambiamento della regola degli «over». E poi c'è in ballo anche la questione che riguarda il termine per il controllo sui mancati pagamenti, slittato da giugno a settembre scatenando la reazione delle società più virtuose tra cui alcune che si sono viste escludere dai ripescaggi pur essendo state precedute in classifica da club poi falliti.
Almeno sugli «over» l'assemblea di ieri è riuscita a trovare un compromesso: i calciatori volevano mantenere il limite dell'anno scorso (16 over 23 per squadra), mentre la Lega aveva proposto di passare a 14 più due tra giocatori fidelizzati, «bandiera» e provenienti dal settore giovanile.
Alla fine l'accordo è stato trovato a 14 più tre, togliendo il vincolo della continuità (4 anni) per le «bandiere» e chi proviene dalle giovanili e rimuovendo anche il limite alle rose, che l'anno scorso era fissato a 24 calciatori tesserabili. In attesa che Damiano Tommasi dia ufficialmente il suo benestare, si parte. Forse.
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