Rabbia e incredulità. Basta guardarla negli occhi per capire quello che sta vivendo Federica Pellegrini. Non è quel quarto posto a bruciare né quei 26 centesimi che la separano da un onorevole bronzo. È l'incapacità di spiegare quello che è appena successo in vasca, come se si sentisse catapultata in un mondo non suo. "Mi sembra di vivere un piccolo incubo", mormora.
La 28enne di Mirano era arrivata a Rio consapevole di non essere la più forte, Katie Ledecky è il nuovo che avanza e Sara Sjostrom ha dimostrato di poter fare la voce grossa anche nei 200 stile. Federica sapeva che la lotta per i primi due gradini del podio era fra quelle due - e in effetti la giovanissima americana si è portata a casa l'oro precedendo la svedese -, ma sapeva anche di non aver niente da invidiare a tutte le altre.
Adesso è arrivato il momento di guardare oltre. Qualcosa è andato storto: partita malissimo, ha cominciato a rifarsi sotto solo a metà gara ma l'1'55"18 finale non poteva bastare per trasformare il sogno in realtà. "Eh già non è arrivata - scrive su Instagram - fa così male questo momento che non potrei descriverlo". La Divina si mostra in tutta la sua umanità e fragilità. "Non è un dolore di uno che accetta quello che è successo - continua - anzi è un dolore di una che sa cos'ha fatto quest'anno... la determinazione che ci ha messo... il mazzo che si è fatta... I pianti per i dolori e per la fatica... lo svegliarsi la mattina e dopo 7 ore di sonno, sentirsi come se ti avessero appena preso a pugni quanta è ancora la stanchezza...".
Da Londra in poi sembrava rinata, erano arrivati l'argento mondiale di Barcellona e l'oro europeo di Berlino. E in questi giorni brasiliani aveva dato un'impressione di grande tranquillità. Il colpo ricevuto ieri sera, per certi versi, è più doloroso di quello accusato nel 2012, quando chiuse quinta. "Sì, ho 28 anni, bla bla bla - scrive ancora su Instagram - ma ci credevo: ho combattuto con tutto quello che avevo e purtroppo ho perso". Poi quello sguardo al futuro: "Forse è tempo di cambiare vita, forse no. Certo è che un male così forte poche volte l'ho sentito. Non è colpa di nessuno, anzi...". E ringrazia tutte chi l'ha aiutata ad arrivare fin lì, persone che l'hanno fatta "sentire in quest'anno come da molto tempo non mi sentivo". A partire da Matteo Giunta ("Mi ha fatto volare"), Filippo Magnini ("Mi è sempre stato vicino in ogni momento") e il fisioterapista Marco Morelli ("Ha curato le mie ferite). "Grazie a tutti voi perché abbiamo dato tutti il massimo quest'anno - conclude - purtroppo in questo sport si vince di centesimi e si perde di centesimi. E oggi qualcuno ci ha presentato un conto troppo salato da accettare". In serata però arriva la luce in fondo al tunnel. "Non ho voglia di smettere di nuotare piangendo. Niente è ancora deciso ma se ieri la vedevo nerissima oggi un po' meno". E ancora: "Se decido di andare avanti è per fare la quinta olimpiade se no mi fermo qui ma non lo decido adesso. Ora voglio solo andare in vacanza". "Potrei decidere di andare avanti 4 anni con i primi due anni su altri stili e poi torno allo stile libero oppure mi fermo due anni e poi rientro oppure vi dico ciao", dichiara.
"La cosa che mi ha fatto più male è che se questo doveva essere il mio ultimo 200 stile libero pensarlo con la sofferenza che avevo in corpo ieri sera non è una cosa che mi voglio portare dentro. Non so se sia meglio ripartire subito o fermarsi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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