Pilato, lo strano caso del coach che non la vede mai vincere

D'Onghia la prepara, poi resta a casa. Non ha il patentino: così ha perso l'argento mondiale, il record del mondo e ora...

Pilato, lo strano caso del coach che non la vede mai vincere

C'è un allenatore vincente che non assiste mai a una gara importante. Il suo nome è Vito ed è il coach dell'astro nascente del nuoto italiano: Benedetta Pilato. Succede che anche stavolta Vito D'Onghia rimarrà nella sua Taranto e non potrà assistere alle gare olimpiche dell'allieva, che andrà a caccia della finale olimpica nei 100 rana, l'obiettivo minimo che si è prefissata. Gli era già successo in occasione dei Mondiali di Gwangju 2019, quelli della sorprendente medaglia d'argento di Benny all'età di 14 anni dietro Lilly King. Un fatto che si è ripetuto anche agli ultimi Europei di Budapest, dove Benny Boom ha stabilito anche un record del mondo sensazionale nei 50 rana. E ora, tanto per continuare, alzando il livello della competizione, niente Giochi per coach Vito, l'uomo destinato a gioire ma mai a bordo vasca. Uno che rimane lontano dai raduni e dai collegiali, pur essendo un tecnico di professione, attività che in attesa del patentino peraltro svolge come secondo mestiere, in quanto il primo lavoro è quello all'Asl di Taranto. «Sono felice. La vita mi ha regalato dopo la mia famiglia e i miei figli la gioia più grande. Quando ho visto Benedetta per la prima volta in acqua era ancora piccola, ho capito subito che aveva una marcia in più. Quando hai un talento del genere, devi un attimo assecondarlo. Ormai sono più di 11 anni che siamo assieme. Il rinvio olimpico ci ha dato una mano, è vero, ma noi ci abbiamo messo passione, ci siamo divertiti. È questa la ricetta segreta».

Il motivo dell'esclusione di D'Onghia, che verrà "rimpiazzato" da Antonio Satta, il tecnico di Alessandro Miressi, in realtà, è presto detto: a causa del Covid, infatti, la Nazionale italiana ha dovuto fare delle scelte stringenti sui tecnici da mandare con la squadra a Tokyo. Tra gli esclusi, oltre a Fabrizio Bastelli e Gianni Leoni, ci sono Gianluca Belfiore e Marco Pedoja, gli allenatori di Margherita Panziera e Nicolò Martinenghi, due papabili alla medaglia. Loro, ecco la beffa, sarannò sì in Giappone ma faranno tappa soltanto nella sede di Tokorozawa, quella del primo camp azzurro. Una volta terminato il ritiro, infatti, entrambi dovranno rientrare in Italia senza però vivere in prima persona l'emozione della rassegna a cinque cerchi.

Riavvolgendo il nastro dei Giochi, vista l'assenza di D'Onghia sembra di riassistere alla stessa scena vista ad Atene 2004. Allora, un'altra ragazza di 16 anni arrivò in Grecia senza il suo allenatore, Max Di Mito. Il suo nome? Federica Pellegrini. Che poi minacciò l'anno seguente di non andare ai mondiali se non avesse portato il proprio allenatore.

Ovviamente, la richiesta fu accolta dalla Federazione e la Pellegrini si mise al collo l'argento, la prima gemma iridata di una lunga serie. Ora, la speranza è che questo precedente possa essere di buon auspicio per Benedetta Pilato. E che coach Vito possa esultare ancora dal divano di casa...

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