Pippo Inzaghi, con il Benevento, sta dominando il campionato. Se c’è un luogo comune, nel calcio, è questo: attenti, ché quello di Serie B è un torneo particolare, non finisce mai e bisogna essere sempre pronti a rapidi capovolgimenti, in campo e in classifica. I cliché, per quanto antipatici, hanno sempre un fondo di verità. Quest’anno, in tal senso, la cadetteria sta dando il meglio di sé: diciassette squadre, dopo diciotto giornate, sono attruppate in appena dodici punti. Dalla seconda, il Pordenone a 31 e fino alla terz’ultima, il Venezia a 19: fuori dai giochi (per ora, però) ci sono soltanto tre squadre. Due in fondo alla classifica, il Trapani penultimo a 15 lunghezze e il Livorno, ultima ruota del carro della B a undici punti. E poi c’è il Benevento di Pippo Inzaghi che brilla lassù, imprendibile. Con 43 punti, che già di per sé sarebbe un bottino da record, ha un distacco di +12 dalla più immediata inseguitrice. Ma i conti andrebbero fatti sulla terza, dal momento che sono due le squadre che centrano la promozione diretta in A senza passare dalla lotteria dei playoff. E allora i punti di distacco diventano quattordici perché il Cittadella, terzo, ne ha 29. Al momento, quindi, il Benevento di Inzaghi sembra praticamente irrangiungibile.
I numeri della squadra di SuperPippo raccontano un dominio. Trenta gol segnati in 18 partite, appena nove subiti. Migliore attacco e miglior difesa del campionato hanno garantito al Benevento un ruolino di marcia da schiacciasassi con tredici vittorie, quattro pareggi e una sola sconfitta (tonfo abruzzese in casa del Pescara che risale a ottobre). L’ultima vittoria, in rimonta contro il Chievo al Bentegodi di Verona, porta gli stregoni di Inzaghi a inanellare la sesta vittoria consecutiva. A nulla è valso il gol del vantaggio clivense di Vignato. A rimontarlo due difensori: l’ex Napoli Christian Maggio, che invecchia come un vino pregiato e vive a 38 anni una nuova stagione da capitano del Benevento, e l’ex gioiellino della Lazio primavera (e poi della Salernitana) Alessandro Tuia.
Tutto ciò mentre il Pordenone neopromosso di Tesser, interessante rivelazione del primo scorcio di campionato, ne buscava quattro all’Arechi dalla Salernitana, finalmente ritrovata, dell’assente (per squalifica) Gian Piero Ventura. Restano a 31 i friulani, volano a 43 i sanniti. E la piazza di Benevento si gode, grazie a una squadra di assoluto valore, il più bel regalo sportivo delle feste.
E Inzaghi, forse, inizia a gustare il sapore della rivincita su chi lo aveva bocciato già da allenatore. C’è un altro, e vecchio, luogo comune nel calcio: chi è stato troppo grande da calciatore non sarà mai granché in panchina. Roberto Mancini lo ha già esorcizzato, Inzaghi ci spera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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