Pogacar fa il solletico: Tour in mano a Vingegaard

L'impressione è che la crisi sul Col du Granon sia stata decisiva per lo sloveno

Pogacar fa il solletico: Tour in mano a Vingegaard

Lui lo annuncia e poi lo fa. Lui è Tadej Pogacar, il bimbo sloveno, il cannibale che si dimentica di mangiare, ma un conto è annunciare battaglia e un'altra è portare a casa il risultato. Fino ad oggi, dopo la batosta subita sul Col du Granon, il bimbo ha solo fatto solletico al re pescatore Jonas Vingegaard, il quale, senza colpo ferire, ha risposto colpo su colpo con apparente facilità.

Non si può dire che al Tour non ci si diverta. Lo spettacolo è garantito e sono sufficienti tre chilometri sul Massiccio Centrale, per vedere questi due ragazzi suonarsele di santa ragione. Pogacar attacca, Vingegaard si difende senza il fiatare. Finisce pari e patta, ma con un vincitore: il re pescatore, che rimane in giallo, con i suoi bei 2'22 di vantaggio sul bimbo sloveno che ha pagato a caro prezzo la sua crisi di fame mercoledì scorso.

Il bimbo non si arrende e non si arrenderà. L'ha detto e l'ha ripetuto. Lui attaccherà, ma il tempo da recuperare è tanto, forse pure troppo. Si parla e si ragiona come se Pogacar fosse il più forte scalatore del gruppo, ma lo è al pari di questo ragazzo 25enne che, come scalatore puro, è anche qualcosa di più. Temo che la crisi del Col di Granon sia stata letale per il trionfatore degli ultimi due Tour. È vero, mancano i Pirenei, ma chi ha detto che Vingegaard paghi in salita? Già l'anno scorso - sul Mont Ventoux - il danese mandò al bimbo prodigio un messaggio forte e chiaro, staccandolo e solo successivamente fu raggiunto in discesa dallo sloveno. Negli altri due tapponi il danese perse solo allo sprint e nella crono finale di 31 km, fece meglio di una ventina di secondi.

Taddeo è universale, va forte dappertutto, ma Jonas in salita ha perlomeno il suo passo. Tour finito? L'aveva in mano Taddeo, ma rimediare alla debacle dovuta ad una crisi di fame è impresa al limite del possibile. Ci vuole una giornata no di Jonas. Ci vuole un corto circuito anche per il pescatore danese. Non è come dirlo.

Comunque vada, per noi che assistiamo sarà uno spettacolo.

Prima dello show finale per la classifica, c'è quello di Michael Matthews, 31enne australiano, che soffoca il sogno di Alberto Bettiol. Il digiuno italiano prosegue. Non si vince una tappa dal 2019: Vincenzo Nibali.

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