Pogacar fa tris, ma il terzo Tour è lontano

Sui Pirenei vittoria di tappa numero tre per lo sloveno. Oggi si replica

Pogacar fa tris, ma il terzo Tour è lontano

È chiaro: un conto è voler fare e un altro è avere la forza di farlo. Soprattutto con uno che ti è costantemente attaccato alla ruota e non ti molla un attimo. Un conto è vincere l'ennesima tappa - la terza in questo Tour - come ieri, e un altro è rimettersi in gioco per provare a vincere per il terzo anno consecutivo il Tour de France. È chiaro che Tadej Pogacar, il bimbo prodigio di Slovenia, ci proverà anche oggi, nell'ultima tappa pirenaica rimasta, quella che si concluderà in cima all'Hautacam, dove Vincenzo Nibali nel 2014 colse la quarta vittoria di tappa e chiuse ogni discorso per la naglia gialla (bei tempi), ma non sarà facile, perché il danese in giallo, il 25enne Jonas Vingegaard, facile pedala. Ed è facile che a Parigi in giallo ci arrivi lui.

Ieri il miglior italiano è stato Giulio Ciccone, 15°, ad oltre 5' dal vincitore di tappa Pogacar, che ha preceduto allo sprint la maglia gialla Jonas Vingegaard. Lo sloveno si accontenta di vincere la seconda frazione pirenaica al termine di una tappa che è filata via a velocità supersonica, grazie anche al suo compagno di squadra Brandon McNulty, in versione Pogacar, visto che lo porta su per le montagne con assoluta facilità.

In ogni caso la UAE Emirates di Pogacar, che ieri mattina ha perso per un guaio muscolare anche il polacco Majka e adesso Tadej di compagni di squadra ne ha più solo tre, fa gli straordinari e mandano uno per angolo gli uomini di Vingegaard che, però, non perde la calma e sale con l'aria di chi pedala sorseggiando un the coi pasticcini. «Siamo andati molto forte ha detto -. Io però mi sono sempre sentito bene: un giorno in meno».

Ci si aspettava forse più bagarre, anche se poi alla resa dei conti su in cima ci arrivano solo in tre, mentre tutti gli altri, da Garaint Thomas a Nairo Quintana, sono dispersi. Delle due, l'una: o il bimbo sloveno ha capito di non avere più benzina e ha deciso di dosare le energie rimaste per cercare di portare a casa il massimo (leggi tappe e un posto d'onore che non è in ogni caso da gettare via), oppure ha lavorato pensando al giorno dopo: cioè a oggi.

L'ultima tappa pirenaica è anche l'ultima occasione per provare il prodigio sloveno a ribaltare la situazione, ma è anche l'ultimo vero ostacolo per il re pescatore' danese, che una settimana fa ha saluto mettere nella rete un Taddeo che si è rivelato babbeo: non si alimenta bene e finisce per avere una crisi di fame che gli fa perdere quasi tre minuti.

Oggi si va da Lourdes a Hautacam. Tappa ancora breve (143 km) e salite più cattive. Ci sarà il lunghissimo Aubisque e poi l'ascesa finale ad Hautacam.

«Il Tour non è finito: io ci credo ancora. Finché ci sarà strada per farlo io attaccherò, fin quando ne avrò», promette uno stremato Pogacar, che alla fine è molto probabile che si accontenterà di vincere l'ennesima tappa.

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