Pogacar implacabile: "cannibalizza" anche la Liegi

Più che una classica la Liegi è un classico: fuga sulla Redoute e vittoria di Tadej Pogacar, con un numero dei suoi, con una fuga di 34 e 800 metri, dopo gli 81 de la Strade Bianche

Pogacar implacabile: "cannibalizza" anche la Liegi
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Più che una classica la Liegi è un classico: fuga sulla Redoute e vittoria di Tadej Pogacar, con un numero dei suoi, con una fuga di 34 e 800 metri, dopo gli 81 de la Strade Bianche. Vince la Liegi per la seconda volta e porta a sei il conto personale di Monumenti. La contabilità è presto aggiornata: tre Lombardia, due Liegi e un Fiandre. Settima vittoria stagionale in dieci corse disputate. In totale con quella di ieri 70 le vittorie: numeri da Merckx e non è un'esagerazione considerato che il primo ad accostarlo a se stesso è stato proprio lui, il Cannibale.

Parte sulla Redoute, Pogacar. Da lì in poi è un assolo di rara bellezza. Il bimbo sloveno fa pagare ai rivali la fatica, mettendo la sua squadra (Uae Emirates, ndr) fin dal mattino a tirare tutto il giorno per fiaccare le ambizioni di tutti. Il primo a pagare dazio è il campione del mondo, l'uomo più atteso assieme a Taddeo, ma l'olandese si fa sorprendere con altri big da una caduta che spacca il gruppo in due a cento dall'arrivo, ed è costretto ad inseguire per trenta.

Vince da solo con le dita ad indicare il cielo. Sono la dedica per la mamma della fidanzata Urska, scomparsa due anni fa proprio alla vigilia della «doyenne». Saltata quella per il lutto, interrotta quella di un anno fa per una caduta (frattura del polso, ndr), ieri Pogacar ha chiuso il cerchio. «Sono felice ed emozionato, la squadra ha fatto un lavoro pazzesco dice lo sloveno che si è lasciato Bardet a 1'39 e Van der Poel a 2'02 -. Ho corso evitando rischi e stando al coperto per il freddo: sulla Redoute sapevo che toccava a me».

Il 4 maggio da Venaria Reale vedremo il numero uno del ciclismo mondiale al via del Giro. Se dopo un mese d'altura il bimbo sloveno fa sua con assoluta facilità una delle classiche più dure del calendario, quanto impiegherà a mettere le cose in chiaro anche al Giro?

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