Cesare Prandelli non allena da un anno da quando salvò il Genoa all'ultima giornata, campionato 2018-2019. Il suo curriculum da tecnico però è di tutto rispetto e nel corso della sua carriera da allenatore si è seduto su panchine importantissime come quella di Atalanta, Lecce, Verona, Venezia, Parma, Fiorentina, Galatasaray, Valencia e appunto i rossoblù. Prandelli è stato anche commissario tecnico della nazionale italiana dal 2010 al 2014, ha conquistato la finale della competizione nel 2012 perdendo però in maniera netta contro la Spagna di Del Bosque.
In esclusiva per ilgiornale.it Prandelli, che compirà 63 anni il prossimo 19 agosto, ha toccato diversi argomenti tra cui l'avvicendamento tra Sarri e Pirlo sulla panchina della Juventus, della conferma di Stefano Pioli, di Antonio Conte e del suo rapporto con l'Inter e di molto altro ancora
Cosa ne pensa di questa ripresa del calcio post-covid?
"Diciamo che senza pubblico qualsiasi tipo di sport, non solo il calcio, è come se mancasse qualcosa di importante. Forse le squadre con meno classe e personalità sono riuscite a fare anche meglio senza pubblico e con poche pressioni dunque. La Juventus ha vinto con qualche fatica ma aveva la rosa per farlo, mentre la Lazio è stata penalizzata dallo stop. Bene l'Inter e molto bene Atalanta e Milan che sono state le migliori dopo la ripresa con Gasperini in un modo e Pioli in un altro che hanno fatto davvero molto bene, facendo giocare bene le squadre"
Si aspettava l'esonero di Sarri?
"No, sinceramente no però a volte il calcio è spietato. Prima ti regala qualsiasi cosa ma poi basta un niente perché tutto si azzeri. Gli allenatori lo sanno che tutti hanno la valigia pronta e in qualsiasi momento"
Giusto puntare su Andrea Pirlo?
"Una società come la Juventus non impazzisce in 24 ore, hanno ponderato tutto e se l'hanno scelto è perché lo conoscono come persona ed è una garanzia. Come allenatore ovviamente non lo si può giuidicare ma per ora non si può dire nulla in nessun senso, se però l'hanno messo lì vuol dire che è stata una scelta ragionata, ponderata e dunque mi fido di loro. Hanno ritenuto che fosse già pronto e dunque la scelta è stata fatta".
La Juventus è stata eliminata dal Lione di Garcia, sorpreso?
"Sì me l'aspettavo ma non ci si può dimenticare della partita d'andata dove hanno fatto davvero male. Al ritorno hanno preso gol subito e poi ci vuole fortuna per rimontare un passivo del genere. Ripeto, all'andata hanno fatto male e l'hanno pagata a caro prezzo. Nel calcio molte volte anche alle grandi squadre non basta aver blasone e forza fisica e tecnica per portare a casa le partite. Nelle due sfide penso che la Juventus non abbia meritato di passare il turno".
Cosa ne pensa dello sfogo di Conte: pensa che lascerà l'Inter?
"Difficile dare un giudizio da fuori...Dipende dal rapporto che ha il tecnico con la società. Questa esternazione è stata forte e lui essendo un vincente ha forse ha sentito la mancanza della società in questi mesi. Non lo so, tante volte gli sfoghi non sono dettati da una minaccia, magari lo ha fatto per far fare il salto di qualità alla squadra e alla società non solo a livello tecnico ma anche a livello di comunicazione e di gestione".
L'Inter ce la può fare a vincere l'Europa League?
"L'Inter ha trovato equilibrio, vuol dire che hanno lavorato bene in questa stagione con titolari e riserve che sono all'altezza. Penso che l'Inter sia ben attrezzata bene per vincere l'Europa League".
L'eliminazione dell'Atalanta è stata bruciante, come commenta le parole di Domenech su Gasperini e sugli allenatori italiani?
"L'Atalanta con organizzazione, entusiasmo e buone idee ha dimostrato a tutti che si possono fare grandi cose. Tutti tifavano Atalanta e se non si fa male Freuler per me i nerazzurri se la sarebbero giocata fino alla fine. C'è da riconoscere che la capacità tecnica individuale del Psg era di molto superiore e nel finale si è vista tutta. Ci sta l'errore ma dopo una stagione così bisogna solo fare i complimenti ad una squadra italiana. Domenech? Si commenta da solo, ha sempre avuto un astio verso gli allenatori italiani e l'Italia, è inutile rispondergli sinceramente".
Capitolo Milan: ha fatto bene la società a confermare Pioli?
"Assolutamente sì. Stefano ha sempre avuto equilibrio buon senso, ha fatto bene ed è giusto che sia restato".
Le manca la panchina?
"Ho allenato per 25 anni con continuità...certo mi manca, è il mio lavoro, la mia passione. Però non vado a suonare a nessuna porta ecco (sorride; ndr). Adesso mi godo le partite, osservo, mi documento e aspetto".
Non ha ricevuto alcuna offerta in questi mesi?
"No, qualcosa all'estero ma sinceramente ho già fatto esperienze fuori dall'Italia e volevo valutare solo proposte italiane, vediamo".
Ha qualche rimpianto nella sua carriera?
"No non ne ho perché sono partito che allenavo nel settore giovanile dell'Atalanta
e da lì ho fatto il salto allenando tanto in Serie A, ho fatto il ct della nazionale. I problemi sono iniziati nel momento che ho deciso di andare all'estero e lì forse avrei dovuto riflettere un po' di più".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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