Prandelli scopre l'Italia vecchio stile biancorossonera

Il ct a Malta mischia i blocchi di Conte e di Allegri "È un vantaggio, ci si capisce con uno sguardo"

Ecco la nuova etichetta. Pronta per l'Italia di Prandelli volata a Malta (del forte vento sull'isola si è discusso come di un ciclone) con l'intento dichiarato di incassare i 3 punti dopo aver riscosso applausi e consensi con il Brasile. È la Nazionale dei due blocchi fusi nell'interesse mondiale del girone azzurro: si tratta di mettere insieme il meglio della Juve di Conte e la gioventù del Milan di Allegri, i rivali agguerriti, di uno scudetto fa. Uno, il blocco Juve, comanda il campionato senza alcun cedimento, l'altro, il Milan di Allegri, dopo la falsa partenza, guida la graduatoria parziale al culmine di una rimonta miracolosa verso il secondo posto. Da una parte il drappello dei più collaudati esponenti (Buffon stasera raggiunge Paolo Maldini a 126 presenze), dall'altra la ciurma dei talenti più promettenti del calcio italiano, Balotelli, El Shaarawy e De Sciglio in testa. Sembra il mix giusto per questo viaggio che deve poi concludersi ai primi di giugno (appuntamento con la Repubblica Ceca) al fine di raccogliere i 6 punti in grado di assicurare la qualificazione con qualche mese di anticipo sulla scadenza naturale (novembre) delle ostilità calcistiche.

Non è la prima volta che la Nazionale e il suo Ct di riferimento ricorrono alla formula dei blocchi: è una tecnica intelligente per superare le difficoltà provenienti dal ridotto tempo a disposizione del calcio azzurro, stritolato tra campionato e coppe. Se non si possono plasmare schieramento e schemi, meglio puntare allora sul lavoro svolto dai colleghi nei club. E, riferito ai giorni nostri, il lavoro più intrigante è quello firmato da Antonio Conte a Vinovo e da Allegri a Milanello. Solo sul modulo, il ct si trascina dietro qualche perplessità. «Forse non siamo ancora pronti per il 4-3-3» la sua preoccupazione che si rivolve con un minuscolo dubbio, cioè la presenza di Giaccherini al posto di Cerci, autore, con El Shaarawy e Balotelli, della migliore frazione di gioco opposta al Brasile, a Ginevra.

Non è la prima volta che la Nazionale si affida ai blocchi. Accadde nella notte dei tempi, con Pozzo, l'ultima volta che l'Italia fu rappresentata da due sole squadre, nel '47 contro l'Ungheria: tutto il Grande Torino con il portiere della Juve Sentimenti IV. Accadde, in modo sublime, con Bearzot in coincidenza con il duello tricolore tra la Juve del Trap e il Toro di Gigi Radix. Il mondiale d'Argentina, forse la più rotonda espressione calcistica di quel ciclo, ne fu il palcoscenico. Non mancarono risvolti piccanti: invidiuzze e rivalità, rilanciate dal dibattito sulle scelte da fare contro l'Argentina (alla fine giocarono i titolari, vinse l'Italia con gol di Bettega). Non mancarono altri periodici tentativi: Fabbri nel '64 (contro la Finlandia 7 interisti, 3 milanisti più Bulgarelli), Valcareggi nel '70 in Messico (contro la Svezia 5 interisti, 5 cagliaritani più De Sisti), nel '73 a Istanbul (7 juventini, 3 interisti più Riva). «Avere due blocchi di qualità è importante: significa che i giocatori si conoscono bene, talvolta basta uno sguardo per trovare la giocata giusta, insomma fai meno fatica» il parere di Prandelli che recupera Abate e Marchisio rispetto al Brasile perdendo De Rossi per squalifica.

Nemmeno le aspre polemiche del campionato riescono a dividere gli azzurri. «Spesso, quando arrivo a Coverciano, sono preoccupato, temo ripercussioni e invece una volta qui tutti si sentono della stessa squadra» l'esperienza del Ct.

Chiamato a correggere la sua espressione («Malta è più organizzata del Brasile»): «non è un'offesa per il Brasile e non voglio prendere in giro Ghedin», che è poi il tecnico italiano che ammaestra la nazionale maltese, ricevuta ieri, dal primo ministro Joseph Muscat, appena eletto. E preoccupato dopo i 6 schiaffoni rimediati dalla Bulgaria. Muscat è un noto tifoso del Milan ma stasera, ci si può scommettere, non tiferà per Balotelli.

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