"Processone" Milan. Ma l'imputato Cardinale rimane latitante...

Pioli e Maldini ci stanno mettendo la faccia. Presidente invece assente. Pure sul mercato

"Processone" Milan. Ma l'imputato Cardinale rimane latitante...

Nell'ora dei processi al tribunale di Milanello la fila degli imputati è lunghissima: dal povero Tatarusanu, che sembrava il colpevole numero uno ma nel derby ha almeno evitato la catastrofe, all'abulico Leao, dalla difesa horror a Giroud rimasto in Qatar. Per non parlare di Stefano Pioli, passato rapidamente da genio dello scudetto a incapace della panchina, responsabile di molte scelte discutibili e condannato senza mezzi termini per involuzione tattica persino da antichi tecnici rossoneri che, come lui, non hanno saputo bissare il tricolore pur avendo a disposizione ben altra rosa.

A sfilare davanti ai giudici vanno anche Paolo Maldini e il suo braccio destro Frederic Massara, anche loro passati dagli altari della saggia costruzione della squadra scudetto alla polvere dell'ultimo disastroso mercato. Un processone in piena regola, con imputati, avvocati, periti specializzati, giuria popolare e persino un latitante, perché la gente rossonera si chiede giustamente in tutto questo scenario deprimente dove sia finito il numero uno del pianeta Milan: mister Gerry Cardinale.

Sì, proprio lui, quel signore americano che si faceva immortalare in piazza Duomo come un anonimo tifoso durante la festa scudetto e che poi avrebbe rilevato il club dal fondo Elliott. Possibile che ci stiano mettendo la faccia Pioli a Maldini, con tutte le loro colpe, e il vertice della società non dica una parola, nemmeno attraverso ad e presidente? Certo, sarà anche il calcio del terzo millennio, gestito dai grandi fondi, in cui alla fine non si capisce chi comanda, ma possibile che un signore un signore che mette lì un miliardo e 200 milioni per comprare il Milan (di cui 600 milioni grazie a un prestito dalla vecchia proprietà che gli costa 115mila euro al giorno...) non venga nemmeno a vedere i derby, né quello d'Arabia e nemmeno quello delicatissimo di domenica? Si presentò a quello d'andata, vero, ma fu una passerella in un'epoca felice, si presentò dicendo che non aveva mai vissuto uno spettacolo entusiasmante come la festa scudetto, disse di voler essere il custode della grande storia del Milan, poi si è rifatto vivo con una lettera di auguri di buon anno, incitando a «fare squadra tutti insieme per buttare il cuore oltre l'ostacolo». Ecco, adesso c'è un ostacolo che sembra un salto con l'asta e forse dovrebbe venire anche lui a prendere la rincorsa...

Non dimentichiamoci che se il mercato è stato fallimentare lo si deve anche alle sue regole che prevedono 400 milioni di ricavi prima di pensare a spendere. E anche a gennaio lo si è visto. Ma se fallisce la qualificazione in Champions, quanti anni ci vorranno per arrivare a questo obiettivo? La gente rossonera era abituata a presidenti che si presentavano con qualche acquisto pesante: se non vogliamo parlare di Berlusconi che prese subito Giovanni Galli e Donadoni, Massaro e Galderisi, pensiamo almeno a un Buticchi che portò in regalo Chiarugi.

L'epoca Cardinale invece si è aperta con Dest e Adli, Thiaw e Vranckx per non parlare di De Ketelaere...

Dicono che arriverà per la sfida con il Tottenham di Champions, ma questa volta come verrà accolto? Per il Milan di oggi, più che un Cardinale lontano, basterebbe un prevosto vicino alla sua parrocchia.

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