Poche ore prima del via a Città del Messico, impegnato in quel del Mugello per le finali mondiali ferrariste, cioè storia, gare clienti e lancio di nuovi modelli, Sergio Marchionne aveva detto con la consueta franchezza «Sebastian è stato ed è un pilota fenomenale, ma se non sapessi che è tedesco, direi che ha un atteggiamento molto simile a un ragazzo del nostro Sud». Nel senso che «è molto emotivo» ma «credo abbia imparato a contenere le proprie emozioni».
Giuste e sbagliate al tempo stesso le parole del presidente del Cavallino. Giuste perché il ferrarista germanico ha dimostrato una volta di più di essere caldo e uomo d'emozioni; sbagliate perché non ha ancora imparato a contenersi. La partenza del Gp centro americano, terz'ultimo appuntamento della stagione, ha dimostrato una volta di più che il ragazzo è talento e sregolatezza e così resterà per sempre. Da una parte è capace di velocità inaudita come sabato in occasione della pole e dall'altra è in grado di rovinare tutto. Anche la più che probabile vittoria della bandiera ferrarista (visti i tempi con cui ha poi girato) con l'ennesimo, inutile duello alla prima staccata. Prima resistendo alla super partenza di Verstappen al centro, rovinando contro di lui l'ala anteriore, poi, alla curva 3, tamponando Hamilton che, all'esterno, stava per beffarlo, e distruggendogli la gomma posteriore destra. Fatto sta, entrambi al box nel primo giro, Seb che riparte 16°, Lewis ultimo.
Risultato: l'inglese doppiato, lontano, alla fine nono e però dal secondo giro campione del mondo perché Vettel per tenere vivo il campionato avrebbe dovuto chiudere almeno 2°. Primo Verstappen, con sospensione magica e sospetta, davanti a Bottas, terzo Raikkonen e poi Seb dopo l'ennesima inutile rimonta, fatta di grandi sorpassi e immensi rimorsi. Perché senza pazzie avrebbe reso dura la vita a Verstappen, e perché ha lasciato in tutti, Hamilton per primo, la sensazione sgradevole di aver allargato apposta per andare a toccare il posteriore della Mercedes. Tant'è vero che dopo il contatto, via radio, l'inglese domanderà al proprio box: «Mi ha colpito deliberatamente?». Brutta scena benché avvolta nel dubbio delle intenzioni per cui non punita.
Ora, con il mondiale mestamente archiviato, l'attenzione di tutti si sposta a Parigi, dove domani i rappresentanti dei team, della Fia, dei padroni americani e dei motoristi, comprese le Case non ancora in F1, si troveranno per discutere di regole e modifiche e riduzione di costi e componenti standardizzate (come quelle per la produzione di energia dai gas del turbo, la MGU-H) da introdurre dal 2021. L'obiettivo è invogliare altri ad entrare e creare più equilibrio fra piccoli e grandi.
Dal Mugello, Marchionne è stato chiaro: «Se cominciamo a far diventare la F1 una cavolata, un affare da centro commerciale, non mi interessa... Bisogna fare attenzione a non togliere dal suo dna la storia e ciò che importa alla Ferrari. Altrimenti diminuirebbe l'interesse a rimanere...». E non sapeva ancora della partenza di Seb...
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