nostro inviato a Bergamo
Un agguato in piena area dell'Apache alla mezz'ora e la Juve non perde la testa. Allegri la voleva eventualmente bruttina, però vincente: accontentato. Il fatto è che con i tempi che corrono ormai non si può più stare tranquilli, ci sono in giro bande senza rispetto, Verona, Palermo, Chievo, Udinese, perfino l'Atalanta, gente capace anche di entrarti in casa e metterti da parte. Una rivolta che arriva dalle periferie, non è facile fare la capolista, si rischia sempre qualche imboscata. Poi se non vinci finisci dietro perché la Roma non molla, e non è mai facile dire se è meglio giocarla prima o sapendo il risultato dell'avversaria. La Juve è questa, non entusiasma ma vince, fai il conto e alla fine è positivo, niente di speciale ma niente sotto la norma e starle dietro è difficile. Rispetto al rotondo 3-0 con il Cesena, Allegri ribalta poco, taglia Giovinco e conferma nuovamente Llorente, zero gol, dentro Tevez e fuori Morata che si presenta a Bergamo con soli 28 minuti di campionato nelle gambe, ma entra a metà ripresa e si regala il primo gol italiano, quello del 3-0 finale. Per il resto è il solito debordante rullo con il rientro di Pogba, Marchisio sempre più vice Pirlo e Vidal alla centesima in maglia bianconera. Dietro zero gol, come Llorente. Ma non è neppure bello sparare sul navarro nella quinta giornata consecutiva da tre punti, inizia a sorgere il dubbio che qualche merito lo abbia anche lui. Colantuono aveva visto giusto, se giochi troppo su quelli, ti infilano negli spazi che lasci, se ti chiudi, prima o poi tirano fuori la giocata che t'ammazza. È successo regolarmente. Il gol di Tevez è arrivato dopo mezz'ora di pressing nella metà campo bergamasca, è stato un crescendo, quasi senza dare troppo nell'occhio.
Il capo riconosciuto ora è Carlitos, non Vidal, neppure Pogba. L'argentino ha scagliato il primo tiro in porta dell'intera partita al 27', un destro sporco e centrale. Si è ripetuto un minuto dopo su incursione di Evra e Sportiello ha dovuto rispondere in due tempi. Su di lui ha giocato spesso Biava, ma ormai Tevez sparisce e riappare, è incontrollabile, più centrocampista che punta, più mezz'ala che goleador. Spesso girava sul cerchio del centrocampo palla al piede dietro a Llorente, Vidal e Pogba.
L'Atalanta ha giocato come solito, questa volta non sfortunata come con la Fiorentina, questa volta sotto con merito ma anche con grande onore. Ma non si ricordano tiri in porta, Buffon si è spaventato all'inizio su un destro di controbalzo di Baselli uscito alla sua sinistra, e poi più niente. Neppure Baselli più niente, ma aveva davanti le montagne, come Zappacosta, buon inizio poi è stato messo in cesta. Buffon invece ha dovuto metterci una pezza quando Chiellini è entrato in contrasto con Molina in area e Orsato ha deciso che era rigore. Sul dischetto è andato Denis, uno dei migliori in assoluto nonostante fosse al rientro. Piatto destro a sinistra di Buffon che in tuffo con la sua mano sinistra salva la Juve dal pari, dal primo gol e dal primato in classifica. Un minuto dopo, un destro di Tevez da fuori area ha piegato le mani a Sportiello e si è infilato fra i suoi guanti e il palo. Ma onestamente la partita sembrava già chiusa dopo il gol del primo tempo, quando Lichtsteiner ha rovesciato in mezzo all'area un rasoterra che hanno ciccato tutti, Biava ha anticipato Vidal con la punta della scarpa, l'Apache era lì e non ha fallito.
Nella seconda parte della ripresa Colantuono, che ne frattempo è stato allontanato da Orsato, ha ordinato l'ingresso di Rolando Bianchi, ma il meglio è rimasto in campo: Carlitos Tevez, che mentre gli altri trotterellavano, continuava a scappare palla al piede e ricevere applausi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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