Roberto Mancini è un ct esploratore nel senso letterale del termine. Fin dall'inizio del suo mandato azzurro, ha sempre avuto la vocazione a scoprire nuovi talenti, ignoti ai circuiti del calcio maggiore. La prima sorpresa, coincisa con la sua convocazione numero uno del suo incarico da ct, fu Nicolò Zaniolo ammirato, anzi scoperto durante un allenamento dell'under 19, ignorato dall'Inter e spedito nell'affare Nainggolan alla Roma, subito convocato per la nazionale maggiore. Poi Zaniolo un po' si è perso, un po' è stato colpito duro dagli infortuni e un po' è finito intrappolato tra Roma e sirene inglesi (Tottenham) che lo hanno sedotto e abbandonato prima di trasferirsi in Turchia dove è in attesa di riprendere nuovo slancio per rientrare nel calcio italiano dalla porta principale e non più da quella di servizio.
Anche in questo primo appuntamento azzurro del 2023, Mancini non si è smentito e ha fatto notizia per una serie di convocazioni a sorpresa più altre potenziali candidature lasciate in disparte. Per esempio ha riproposto Simone Pafundi, un ragazzo di 17 anni, dell'Udinese il quale con il tecnico del club Sottil non trova spazio in prima squadra ma viene considerato dal ct un talento su cui puntare con decisione («quando faccio le convocazioni, prima c'è Pafundi poi tutti gli altri»). La curiosità di quest'ultima scelta riguarda proprio l'Udinese. Già perché Pafundi, considerato degno della convocazione in azzurro, è stato utilizzato fin qui in serie A appena 9 minuti. E Sottil, interrogato sabato sera sul tema, ha risposto infastidito al quesito inevitabile («ma perché da voi non gioca?»). Dopo una breve indagine si è capito che a Udine hanno deciso prima di raggiungere la quota salvezza in classifica (40 punti) e poi daranno spazio al giovanotto. Ecco un altro motivo per il quale da noi le promesse del calcio italiano non trovano spazio in serie A: il conservatorismo degli allenatori è il tabù da esorcizzare.
Al pari di Pafundi c'è l'italo-argentino Mateo Retegui (sei gol in altrettante partite di superliga argentina), origini siciliane della sua famiglia, conseguenza diretta della penuria di attaccanti a cui da tempo è condannato il club Italia. Ma c'è un'altra caratteristica di Mancini ct che emerge da queste convocazioni ed è quella dell'inflessibile educatore. Ha avuto in passato un contenzioso con Zaccagni della Lazio e nonostante ci sia bisogno del suo contributo (è tra i più in forma della Lazio seconda in classifica), lo ha lasciato a casa. Idem per Locatelli (che rinunciò a una convocazione per motivi famigliari).
Più spiegabile forse il ricorso come terzo portiere, dopo il ko di Provedel, a Carnesecchi della Cremonese. Avrebbe meritato anche Perin della Juve ma forse il portiere della Cremonese ha più appeal perché gioca titolare nella Cremonese.
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