Ride Red Bull, sorride Ferrari e piange la Mercedes

Un bel segnale dal Bahrain anche se, come dice Charles Leclerc, "è presto per dare qualsiasi giudizio"

Ride Red Bull, sorride Ferrari e piange la Mercedes

La Ferrari non è più un canguro, ma non è ancora diventata una lepre. Sul volto di Charles Leclerc ricompare il sorriso, ma non è ancora profondo come quello che sfoggia Max Verstappen o quello che, a sorpresa, compare sotto gli occhi a mandorla di Zhou Guanyu che ha portato l'Alfa Romeo Sauber in pole position nella seconda giornata di test pre-campionato in Bahrain con un crono (1'31610) già migliore di quello ottenuto lo scorso anno a fine test da SuperMax. I tempi non raccontano la verità, ormai questo lo abbiamo capito anche perché c'è chi come l'Alfa Sauber ha montato gomme Pirelli morbidissime per saltare davanti a Verstappen di 40 millesimi con Max che quella mescola non l'ha sfruttata, ma danno comunque delle indicazioni di massima. Il tempo di Zhou significa ad esempio che il motore Ferrari c'è.

Dopo l'allarme saltellamenti di giovedì, la Ferrari ha rimesso il porpoising nel cassetto, ma la SF-23 sembra una macchina più complicata nella messa a punto e soprattutto pare essere più adatta alle caratteristiche di Sainz che a quelle di Leclerc che predilige monoposto molto precise nell'inserimento in curva, molto solide sull'avantreno. Potrebbe essere un handicap in qualifica dove l'anno scorso Charles è stato straordinario con 9 pole. In compenso la simulazione di gara di Leclerc è stata all'altezza di quella della Red Bull.

Un bel segnale anche se, come dice Charles «è presto per dare qualsiasi giudizio».

Aspettando di capire la verità sulla Ferrari, chi sembra ancora nei guai è la Mercedes che non strappa tempi record e macina meno chilometri degli avversari. Lo ha ammesso anche Toto Wolff, ancora prima che Russell restasse in panne in pista per un problema idraulico: «Dobbiamo essere realisti, non siamo capaci di andare veloci come Red Bull e Ferrari». Non è pretattica.

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