''Aveva uno strano tic con la lingua quando andava in battuta, ecco perché sapevo sempre dove andrebbe servito...." . Lo ha rivelato Andre Agassi ricordando le sfide contro il rivale Boris Becker.
È stata una delle rivalità più avvincenti degli anni '90. Le sfide memorabili tra Agassi e Becker resteranno sempre nella memoria di tutti gli appassionati di tennis, nonostante la netta prevalenza dell'americano in vantaggio negli scontri diretti 10-4. È stato probabilmente il netto contrasto tra gli stili di gioco - il serve and volley strabordante del tedesco contro le risposte formidali di Andre - a rendere memorabili i loro match nel tempio di Wimbledon. Come la battaglia nei quarti di finale del '92 dove Agassi prevale in 5 set prima di vincere il torneo contro Ivanisevic. Tre anni più tardi Bum Bum si prende la sua rivincità, supera Agassi in semifinale ma in finale perde contro il quasi imbattibile Pete Sampras.
Il tennista americano ha già raccontanto magistralmente gli aneddotti della sua carriera nell'autobiografia Open, uno dei migliori best seller sportivi degli ultimi anni. Nei racconti il nome Becker era il vero leit motiv della sua carriera passando dalle sfide intramontabili contro Boris al ''carneade'' Benjamin Becker, tennista tedesco di medio livello con cui disputerà perdendo l'ultima partita della carriera. Il 29 aprile scorso, il giorno del suo cinquantunesimo compleanno, Tennis Tv è tornata a pubblicare una vecchia intervista nella quale lo statunitense racconta di come abbia praticamente sempre sconfitto il rivale tedesco.
C'era infatti un trucco grazie al quale Agassi riuscisse a battere quasi sempre il tedesco. Andrè era infatti ossessionato dal servizio di Becker, fondamentale in cui Bum Bum eccelleva. Per riuscire a batterlo iniziò a riguardarsi tutte le videocassette dei suoi incontri, e fu proprio allora che capì come batterlo, come racconta nell'intervista: ''Aveva questa routine mentre caricava il colpo: all'ultimo tirava fuori la lingua o in mezzo alla bocca, o dal lato sinistro. Se era centrale, stava servendo o centralmente o al corpo; se invece era a sinistra, il servizio andava largo". Poteva sembrare tutto facile ma il tennista di Las Vegas ammette: "A questo punto la cosa più complicata non era rispondere al servizio, ma non fargli capire che io sapevo. Quindi dovevo resistere alla tentazione di leggere il suo servizio per tutto l'incontro, e scegliere invece quando usare l'informazione a un dato punto dell'incontro".
Agassi racconta di aver poi rivelato il segreto a Becker, una volta terminate entrambe le carriere, davanti ad una bella birra gelata a Monaco: "Non ho potuto fare a meno di dirglielo: "Sai che facevi questo, che tradiva il tuo servizio?". Lui è quasi caduto dalla panca, e mi ha risposto "ogni volta tornavo a casa e dicevo a mia moglie che era come se tu mi leggessi nella testa!". In realtà l'americano aveva già raccontato l'aneddoto una prima volta, durante gli Australian Open 2007, commentando un match tra Roger Federer e Andy Roddick al quale Becker faceva da spettatore.
Ma era stato ancora più esplicito qualche anno dopo parlando a un sito di poker sportivo del quale il tedesco era diventato ambasciatore, chiedendosi se anche al tavolo verde, davanti agli altri giocatori di Texas Hold'em, il suo rivale di sempre avesse quel tic così particolare.Segui già la nuova pagina Sport de ilGiornale.it?
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