La rivincità di Donnarumma Antonio

Nel Milan grazie a Gigio, però se gioca non prende gol: è primato in rossonero

La rivincità di Donnarumma Antonio

Va bene che ha le spalle larghe e pure che tutto sommato se ne freghi. Ma dopo tutte le critiche, gli attacchi e le etichette che gli hanno appiccicato, prendersi una bella rivincita non è affatto male. E Antonio Donnarumma la rivincita se l'è presa eccome. Da «fratello di» e «più pagato del mondo nel ruolo di terzo» a giocatore affidabile, in un attimo. Non solo, dall'altra sera è anche diventato un pezzo di storia del Milan.

Già perché è vero che Antonio Donnarumma è al Milan grazie al potente Mino Raiola, che lo ha inserito nella trattativa per il rinnovo contrattuale del fratello Gianluigi. Ed è altrettanto vero che con un milione di euro netto a stagione è il terzo portiere con lo stipendio più alto che si ricordi. Ma da quando nel 2017 veste la maglia del Milan si è sempre comportato da professionista esemplare, ha aiutato il fratello a parare le critiche ed è parte integrante del gruppo. Non solo, nelle tre uniche volte in cui è stato chiamato in causa è stato perfetto. Tre partite, zero gol subiti. È successo martedì in coppa Italia con la Spal. Si dirà: la Spal è ultima in classifica e non aveva ambizioni. Ok. È successo con il Ludogorets in Europa league due stagioni fa. Si dirà: Ludo che? Come giocare con il Rocca Pepe (cit. Franco Scoglio). Bene. Ma è successo anche in un combattutissimo derby di coppa Italia con l'Inter che i rossoneri vinsero, 1 a 0, solo ai supplementari grazie al gol di Cutrone. E questo non è così scontato. Tre partite, zero gol subiti. Tanto da riscrivere la storia. Con questi numeri è infatti l'unico portiere della storia del Milan ad aver giocato almeno 300 minuti e non aver mai subito una rete.

Chiamatelo talismano. O più semplicemente consideratelo per quel che è, un professionista. Certo, magari con dei privilegi che altri nel suo ruolo non avranno mai. Ma intanto, quando serve è sempre pronto e il suo lo fa più che bene. Partito Reina, è arrivato Begovic. E lui tornerà senza problemi e senza far questioni al ruolo di terzo portiere. Allenandosi, facendo il suo e contribuendo alla causa. Come può e quando può. Facile farlo essendo «fratello di» e con quello stipendio? Può darsi.

In tanti lo invidiano. Ci sta. In moltissimi lo deridono. Fa parte del gioco. Ma alzi il guantone chi, come lui, è riuscito a entrare da protagonista nella storia del Milan. Alla faccia delle chiacchiere e delle etichette.

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